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Di Pietro: "Cav Coniglio". Fini trova la sua spalla e ride

Camera, dibattito Libia: il leader Idv insulta Berlusconi, il presidente dell'Aula lascia fare e lo ammonisce soltanto

Giulio Bucchi
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Più che un dibattito in parlamento, uno show di cabaret. Montecitorio come "Zelig", o forse qualche palcoscenico di satira de sinistra. Protagonisti Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini. Soggetto citato, evocato, insultato: Silvio Berlusconi. Il buon Tonino, leader Idv, definisce "Coniglio" il Cavaliere, il presidente della Camera se la ride, lo ammonisce (invece di espellerlo) e finisce così, a tarallucci e vino. Vale la pena di riproporre lo scambio di vedute, anzi lo sketch. Alla Camera si sta dibattendo sulla risoluzione del governo riguardo la missione italiana in Libia. Il premier Berlusconi non è presente, e quando prende la parola Di Pietro esce dall'Aula il minitro degli Esteri Franco Frattini. L'ex pm dà del coniglio al presidente del Consiglio. "Chi prende la parola - afferma Fini rivolgendosi a Di Pietro - ha il dovere di usare un linguaggio consono a quest'Aula, chi esce dall'Aula si assume la responsabilità di quel che fa, ma non sono due comportamenti paragonabili tra di loro. La prego per l'ennesima volta di usare un linguaggio rispettoso dei colleghi e dell'Aula in cui si trova". "Io ritengo - replica il leader dell'Idv - che affermare che un governo che non viene qui con il suo presidente del Consiglio e che il ministro degli Esteri se ne va mentre parla un rappresentante delle Istituzioni, è un comportamento da conigli e lo ribadisco". "Onorevole Di Pietro - ecco la memorabile gag - non è questa l'espressione che la presidenza le contesta". "Prendo atto - conclude l'ex pm - che la pensa come me su questo". Un connubio di pensiero e di tempi comici che, a giudicare dall'operato recente di Fini, rischia di essere tale anche nella sostanza. "Avvilisce assistere a siparietti come quelli avvenuti nell'Aula della Camera tra Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini - insorge il Pdl per bocca del portavoce Daniele Capezzone -, tra offese al Governo e cadute di gusto totalmente fuori tono rispetto alla drammaticità della crisi internazionale. Tra una battuta e l'altra, tra un assist e una sceneggiata dipietrista, viene da chiedersi chi, in questo Parlamento, si candidi a fare il comico e chi la spalla...".

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