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S&P manda a picco rating di Grecia e Portogallo

L'agenzia internazionale declassa il valore dei titoli di Stato di Atene (BB-) e Lisbona (BBB-). E le prospettive sono negative

Rosa Sirico
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Standard & Poor's ha tagliato nuovamente il rating di Grecia e Portogallo: pesano l'outlook negativo e la previsione di nuovi declassamenti. S&P ha abbassato da BB+ a BB- il livello di Atene, e da fonti interne all'agenzia si è appreso che il rating greco potrebbe essere ulteriormente declassato. Stessa sorte per il Portogallo. La scure dell'agenzia si è abbattuta anche su Lisbona, il cui rating è scivolato a BBB-', a un solo passo dal livello 'junk' (spazzatura), il peggiore in assoluto. Anche in questo caso il rating resta in outlook negativo. SCENARIO PREOCCUPANTE - L'agenzia di rating spiega che "lo scenario macroeconomico potrebbe indebolirsi oltre le attuali aspettative" e che quindi "l'impasse politico potrebbe danneggiare l'implementazione del programma di aggiustamento, portando a un non trascurabile scivolamento politico".  A pesare, anche le valutazioni della Banca centrale del Portogallo, che ha recentemente limato al ribasso le stime sul prodotto interno lordo, previsto in contrazione dell'1,4 nel 2011, rispetto alla precedente stima che vedeva l'abbassamento all'1,3 per cento. Lo stesso istituto centrale ha agitato lo spauracchio di nuove misure di austerity, probabili dopo la crisi politica che ha portato alle recenti dimissioni del premier. Infine, la Banca centrale di Lisbona, non dipinge scenari rosei nemmeno per il 2012, quando il Pil dovrebbe risollevarsi di uno scarno 0,3 per cento. CRISI DEL DEBITO - Prosegue così il periodo buio per l'economia portoghese, vittima di venti speculativi e della diffusa sfiducia di cui "gode" sui mercati dei capitali e circa le capacità di rimborso del debito pubblico. Per quel che riguarda i titoli a cinque anni sul debito, il rendimento vola oltre quota 8,5%, mentre per le cedole decennali oscillano a ridosso dell 8 per cento. Il mercato, nonostante le rassicurazioni e i dinieghi istituzionali, continua a scommettere sulla possibilità che Libsona ceda, e finisca per chiedere un aiuto e un'iniezione di capitali da parte del fondo salva stati recentemente varato per fronteggiare le crisi del debito che si sono abbattute sulla zona euro. L'aiuto, nel caso in cui la situazione si sbloccasse, è però legato a doppio filo all'approvazione del cosiddetto piano di risanamento dei conti pubblici, sul quale il parlamento lusitano ha già espresso parere negativo. Il voto determinò la caduta dell'esecutivo e tracciò la strada verso le elezioni anticipate. Intanto, il Brasile sembra tendere la mano al Paese . In visita alla città di Coimbra, il presidente Dilma Roussef ha dichiarato : " Il Brasile potrebbe aiutare il Portogallo, proprio come il Portogallo aiutò economicamente il Brasile", prospettando così un piano di salvataggio internazionale.  

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