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Chiamparino, no agli immigrati: "Non sono fesso"

Il sindaco di Torino cambia idea: non accoglierà i clandestini di Lampedusa: "C'è il rischio di rivolte, accetto solo profughi"

Giulio Bucchi
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"No alle tendopoli": lo dicono in coro tutti i governatori italiani, a sottolineare come le Regioni sono sì disposte ad aiutare Lampedusa (e il governo) nella distribuzione dei migranti su tutto il territorio, ma solo dietro promesse chiare e garanzie che la permanenza sia temporanea. L'opposizione è trasversale e va da Renata Polverini, guida di centrodestra del Lazio, a Vasco Errani, leader della rossa Emilia Romagna e presidente della conferenza delle regioni. Ma a far scalpore è il dietrofront di Sergio Chiamparino, considerato da Berlusconi la mente 'ragionevole' del Pd: "Non mi piace passare per fesso"... DIETROFRONT - A pochi giorni dal trasferimento di 1.500 immigrati (previsto per lunedì), il sindaco di Torino nega l'utilizzo dell'Arena Rock. "Chiediamo - spiega Chiamparino in un'intervista a Repubblica - che a Torino arrivino profughi e non clandestini da espellere. Fino a che non sarà fatta chiarezza la nostra disponibilità è sospesa". Secondo l'esponente democratico, una tendopoli da migliaia di persone rischia di creare problemi di ordine pubblico, fino a vere e proprie rivolte: "A Torino ne abbiamo già una, ospita meno di 200 persone e non è sempre facile mantenere l'ordine. E' un'idea folle quella di radunare 1.500-2.000 persone sotto le tende e annunciare loro che verranno presto espulse e rimandate a casa. La rivolta inizierebbe nel giro di cinque minuti e sarebbe incontrollabile". Poi l'affondo al ministro degli Interni: "Maroni non era in malafede, ma non ci sto a fare la parte di quello che accetta di accogliere persone in difficoltà per poi scoprire che si vuol fare un centro di espulsione a cielo aperto. La politica non si fa con le chiacchiere, e nemmeno con la demagogia".

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