La Russa censurato per il 'vaffa' in aula "Triste perché con Gianfranco è finita"
Ignazio: "Sono nervoso, devo metabolizzare lo strappo". Il presidente della Camera sceglie una "sanzione morbida"
L'Ufficio di presidenza della Camera ha approvato, a maggioranza, la proposta del collegio dei questori di sanzionare il comportamento del ministro Ignazio La Russa, nel corso della bagarre in Aula la scorsa settimana, con una lettera di censura. La lettera sarà inviata, per conoscenza, anche al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Nel frattempo La Russa si difende: "Ho risposto male. La rottura con Gianfranco mi ha reso nervoso". FINI MEDIATORE - Pdl, Lega e responsabili hanno approvato la proposta dei deputati questori di inviare una lettera di censura, in base all'articolo 60 del regolamento. L'Idv, con Silvana Mura, ha votato no; si sono astenuti l'Udc, con Rocco Buttiglione e Renzo Lusetti, e Donato Lamotre per Fli. Il deputati del Pd, Rosy Bindi e Giampiero Bocci, sono usciti al momento del voto per venire incontro alla richiesta del presidente della Camera di avere "la massima coesione" sulla decisione. Spiega Lusetti: "La sanzione nei confronti di La Russa è riduttiva, ma visto il momento politico molto delicato, abbiamo deciso di venire incontro alla richiesta del presidente della Camera di rasserenare il clima". I rappresentanti del Pd, riferisconto, sono usciti dalla riunione al momento della votazione, per rispetto del presidente e del loro questore Gabriele Albonetti. IGNAZIO IN CRISI - Parlando con i giornalisti di ritorno da Herat, Ignazio La Russa ha ammesso le sue debolezze: la rottura con Fini, storico compagno di partito ed amico personale, avrebbe innervosito il ministro. "Effettivamente in questi 6 mesi - ha detto - la rottura dell'unità del mio mondo mi ha procurato nervosismo e ammetto che gli ultimi tempi sono stati quelli in cui sono stato più nervoso di tutta la mia vita politica". La Russa si è però anche detto fiducioso sulla possibilità di superare questo periodo di difficoltà. Anzi, proprio l'ultimo incontro/scontro con Gianfranco gli avrebbe aperto gli occhi sull'impossibilità di tornare indietro: "C'è stata una sorta di cambiamento, ma credo che questa vicenda mi abbia guarito. Ho realizzato che la rottura ormai c'è e bisogna metabolizzarla. Credo che questa vicenda con Fini, anche se ribadisco che non era mia intenzione offendere lui ma questo ormai è marginale, mi abbia fatto definitivamente capire come stanno le cose". Il ministro ha poi concluso definendo la decisione presa dall'ufficio di presidenza della Camera "ineccepibile": "era nei fatti e me l'aspettavo. Giuridicamente era difficile prendere una decisione diversa".