Cerca
Cerca
+

Yara, l'indiscrezione: non fu uccisa nel campo

Giornalisti diffidati dal pubblicare nuovi video e fotografie, ma su 'Oggi' il procuratore Letizia Ruggeri non smentisce

Federica Lazzarini
  • a
  • a
  • a

Yara non è stata uccisa nel campo di Chignolo d'Isola, dove è stato ritrovato il suo cadavere. Queste le anticipazioni, non smentite dalla pm Letizia Ruggeri incaricata del caso Gambirasio, e apparse sull'ultimo numero del settimanale Oggi.  Nell'articolo, in uscita nei prossimi giorni, si sostiene che sui vestiti della ragazzina sarebbero state trovate tracce di terriccio incompatibili con il campo di Chignolo. Yara potrebbe dunque essere stata uccisa altrove, e solo successivamente trasportata nel luogo di ritrovamento del cadavere.  Anche questa, però, rimane solo un'ipotesi, in attesa di prove più consistenti. In un caso in cui di certo c'è pochissimo e in cui non si è ancora riusciti a stabilire nemmeno la causa della morte di Yara, gli stessi esami effettuati in seguito all'autopsia richiederanno ancora molto tempo e potrebbero non dare risposte univoche.  Ancora non si sa quando potranno essere celebrati i funerali. La stampa nel frattempo viene diffidata. L'ordine dei giornalisti della Lombardia ha infatti proposto lo stop alla pubblicazione delle foto di Yara e ha annunciato  interventi disciplinari nei confronti di chi violerà le norme a tutela dei minori. "Abbiamo assistito in questi ultimi tempi a inutili violazioni delle regole e delle leggi che possono esporre anche l'Italia a condanne da parte della corte di Strasburgo", ha commentato la presidente dell'Odg della Lombardia, Letizia Gonzales. "L'essenzialità dell'informazione fa parte del codice deontologico di un giornalista e gli impone al giornalista di rispettare sempre la sfera privata dell'individuo.  I diritti del minore e dei suoi genitori, soprattutto in casi di cronaca nera, devono prevalere rispetto al diritto di cronaca e critica. E' sempre vietata perciò la pubblicazione di foto di minori coinvolti in processi penali, che diventa illecito disciplinare come indica il garante riferendosi al codice di procedura penale e alle carte deontologiche". 

Dai blog