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Fukushima, Tepco: 'Tappata la falla. Iniettare azoto'

Per chiudere il buco è stato utilizzato il vetro liquido. Paura per esplosioni di idrogeno. La protesta dei pescatori

Andrea Tempestini
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Dopo aver collezionato fallimenti e frustrazioni, i tecnici che lavorano nella centrale di Fukushima mettendo a repentaglio la loro vita hanno portato a casa un'importante vittoria: sono riusciti a tappare la falla che si era aperta in una delle vasche di contenimento del reattore numero due, e dalla quale, per giorni, è fuoriuscita acqua estremamente radioattiva. Il buon esito dell'intervento è stata annunciato dalla Tepco, l'utility che gestisce la centrale. SILICATO DI SODIO - Per chiudere la falla, una crepa lunga una ventina di centimetri nel muro perimetrale della vasca, è stato impiegato il cosiddetto water glass, o vetro liquido: cioè una soluzione altamente concentrata di silicato di sodio, che si usa in genere come isolante nei materiali da costruzione, e la cui consistenza vischiosa la rende anche molto adattabile alle specifiche caratteristiche della breccia di volta in volta da tamponare. Iniettato anche nel terreno, il vetro liquido lo ha consolidato abbastanza da impedire ulteriori perdite. Nell'acqua di scolo dalla vasca erano stati riscontrati livelli di radioattività superiori ai 1.000 millisievert. Si ritiene che la crepa fosse responsabile della dispersione nell'ambiente di un quantitativo di iodio-131 ben quattromila volte superiore agli standard di legge. Per porre fine alla fuoriuscita era stato tentato davvero di tutto: iniezioni di cemento liquido o di calcestruzzo, occlusione delle tubature del reattore madiante uno speciale polimero a elevato potere assorbente, persino il ricorso a giornali pressati e segatura. Nel contempo i dipendenti della società gerente erano stati costretti a pompare in mare acqua con bassi livelli di radiazioni, per fare posto nei serbatoi ad altra talmente tossica da mettere immediatamente in pericolo la vita degli addetti. AZOTO GASSOSO - Sempre la Tepco ha reso noto che starebbe pensando all'ipotesi di iniettare azoto in forma gassosa in alcuni dei reattori dell'impianto. L'obiettivo della possibile operazione è quello di evitare nuove esplosioni di idrogeno. L'indiscrezione è stata riportata dal quotidiano economico giapponese Nikkei. La stampa locale sottolinea che a breve potrebbe cominciare l'iniezione di 6mila metri cubi di gas di azoto nel guscio di contenimento del reattore numero uno. Successivamente l'operazione potrebbe essere ripetuta per i reattori numero 2 e 3. PROTESTA DEI PESCATORI - Intanto in Giappone continuano le porteste contro il governo e contro la Tepco, accusati di inefficienza e di una cattiva gestione dell'emergenza nucleare. A far sentire la loro voce, questa volta, è la principale associazione dei pescatori del Giappone, che in una lettera inviata al direttore della Tepco sottolinea: "Abbiamo ripetutamente chiesto al governo e a Tepco di fermare ulteriori perdite di radiazioni nell'oceano. Ma il governo e Tepco ci hanno ignorato e hanno scaricato acqua radioattiva in mare, che è assolutamente scandaloso. Quello che hanno fatto - continua il testo - è imperdonabile. Potrebbe davvero distruggere il nostro commercio". Il riferimento, ovviamente, è al rovesciamento di 11.500 tonnellate d'acqua contaminata in mare, avvenuta pochi giorni fa.

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