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Libia, Nato: "Usati scudi umani". Foto delle torture

Gheddafi pronto al dialogo con ribelli, devono deporre armi. Consiglio Bengasi critica Patto Atlantico. 26 aprile bilaterale Cav-Sarkò

Andrea Tempestini
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Muammar Gheddafi sarebbe pronto al dialogo con i ribelli di Bengasi a patto che questi depongano le armi. La notizia è rimbalzata da Tripoli nella tarda serata di martedì. E' stato il vice ministro degli Esteri di Tripoli, Khaled Kaim, a sottolineare come il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) degli insorti, anche se non rappresenta "la base popolare in Libia", potrebbe avere le possibilità di gestire "ogni processo politico", magari grazie all'intervento di "osservatori dell'Unione africana e dell'Onu". Dalla Libia, inoltre, arrivano le critiche alla Nato del Consiglio dei ribelli di Bengasi, che accusa il Patto Atlantico di aver agito troppo lentamente. L'organizzazione ha replicato alle accuse, e ha poi sottolineato come il regime di Gheddafi si serva di scudi umani per scongiurare i bombardamenti su obiettivi militari. Un inviato del New York Times ha riferito di aver trovato a Tripoli delle fotografie che testimoniano inequivocabilmente le torture a cui alcuni ribelli sono stati sottoposti dalle forze fedeli al regime di Gheddafi. DIPLOMAZIA - La prossima settimana arriverà a Tripoli il comitato dell'Unione africana sulla Libia, composto dai capi di stato di Mauritania, Mali, Congo, Sudafrica e Uganda. I rappresentanti cercheranno di mediare tra le parti e di negoziare con il nuovo ministro degli Esteri del regime, Abdelati Obeidi, che si è insediato martedì. Per mercoledì è previsto un vertice tra il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, e il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, in occasione della visita del titolare della Farnesina a Washington. CRITICHE ALLA NATO - Il generale Abdel Fattah Yunes, ex ministro dell'Interno del regime di Gheddafi e attuale capo delle forze armate dei ribelli di Bengasi, parlando alla tv satellitare al-Aan ha dichiarato: "Abbiamo ricevuto armi da Paesi amici, ma abbiamo bisogno di ulteriori aiuti. Abbiamo ottenuto armi leggere, ma non posso dire quali siano. Purtroppo non è abbastanza". Yunes ha poi chiesto ai Paesi della Nato di "escludere i ribelli dall'applicazione della no flyz one imposta sulla Libia, in modo da consentire loro di effettuare raid aerei contro le brigate di Muammar Gheddafi". Il leader ha infine criticato il Patto Atlantico "per il ritardo con il quale è intervenuto in Libia". SCUDI UMANI - La Nato però non ci sta, e respinge le critiche dei ribelli che hanno accusato l'organizzazione di non essere stata sufficientemente di aiuto e di aver agito troppo lentamente. "La nostra missione ha come scopo primario la protezione dei civili. Per noi Misurata è la priorità numero uno", ha replicato la vice-portavoce della Nato, Carmen Romero. La Nato ha poi parlato della difficoltà delle operazioni in libia, sottolineando come la conduzione di raid aerei mirati contro obiettivi militari di Gheddafi "è diventata più difficile" per l'utilizzo da parte del regime di "civili come scudi umani, in particolare nella zona di Misurata". Oana Lungescu, portavoce del Patto Atlantico, ha affermato che la Nato "resta vigile per evitare vittime civili. Il nostro mandato Onu è la protezione dei civili da attacchi e da minacce di attacchi. Noi rispetteremo pienamente questo mandato", ha concluso la portavoce. FOTO DELLE TORTURE - In una stazione di polizia data alle fiamme a Zawiyah - città presa dai ribelli e poi riconquistata dalle forze lealiste - un inviato del New York Times ha rinvenuto delle foto di cadaveri con segni di torture. Lo ha riferito lo stesso inviato, David D. Kirkpatrick, sulla prestigiosa testata statunitense. "Nell'ufficio al secondo piano di una stazione di polizia bruciata, le fotografie sparse sul pavimento raccontano le storie degli sfortunati prigionieri finiti nelle mani del brutale governo del colonnello Muammar Gheddaf. Alcune mostrano cadaveri che portano segni di torture - si legge sul New York Times. Una mostra cicatrici sulla schinena di un uomo con indosso solo le mutande, un'altra un uomo nudo a faccia in giù sotto un lenzuolo con le mani legate. Le facce dei morti - prosegue il cronista - hanno espressioni di terrore. Altre foto mostrano pozze di sangue, un tavolo pieno di vasi, bottiglie e polveri e, in una, una lunga sega". Le foto sono state trovate dall'inviato durante un viaggio organizzato dal governo di Tripoli nella città. "In un edificio labirintico - conclude Kirkpatrick - inservienti stanno ripulendo libri bruciati e registri. In un'altra stanza, tenuta al buio, un inserviente fa il segno di un mitra con le mani e mormora 'Gheddafi' a suggerire che quella era una camera di esecuzione". VERTICE ITALIA-FRANCIA - Sul versante diplomatico, inoltre, si è appreso che l'annunciato vertice tra Italia e Francia si terrà il prossimo 26 aprile a Roma. Al centro del bilaterale tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy, vi saranno il tema dell'immigrazione e, più in generale, la questione libica che ha contribuito a raffreddare i rapporti diplomatici tra l'Eliseo e Palazzo Chigi. Il vertice sarà occasione per un confronto dopo le recenti frizioni sulla crisi libica prima e sull'emergenza immigrazione poi. BATTAGLIA - Continuano i combattimenti a Misurata. Secondo la tv al Jazeera, sarebbe di due morti e 26 feriti il bilancio degli ultimi attacchi compiuti martedì dalle forze lealiste. In questo contesto di violenze, è arrivata anche l'accusa alla Nato dal capo militare della rivolta, il generale Abdel Fattah Younes, secondo il quale "la stampa internazionale deve sostenere con forza il popolo di Misurata e chiedere aiuto alla Nato che lascia morire gli abitanti di Misurata tutti i giorni".

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