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La Bce alza i tassi a 1,25%. Codacons: 'Stangata mutui'

Primo ritocco all'insù del costo del denaro dal 2008. Associazione: "Graverà su consumatori". Moody's: "Bene conti italiani"

Andrea Tempestini
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Il consiglio direttivo della Banca Centrale europea ha deciso per il rialzo di un quarto di punto percentuale del tasso di interesse di riferimento, portandolo all'1,25 per cento. Una decisione, quella dell'Eurotower, che seppur ampiamente prevedibile è destinata ad entrare nella difficile storia economica che ha attraverstao il Vecchio Continente negli ultimi quattro anni. Era infatti dal luglio del 2008, quando la morsa della crisi economica cominciò a picchiare ancor più duro di quanto si pensava potesse fare, che la Bce non ritoccava all'insù il costo del denaro. L'ultima variazione dell'Eurotower sui tassi risale al maggio del 2009, con l'ultimo taglio al ribasso: il tasso di rifinanziamento venne portato al minimo storico dell'1 per cento. La decisione è arrivata il giorno successivo alla richiesta di aiuti avanzata da parte del Portogallo all'Unione Europea. TASSO DEPOSITI - La Bce inoltre ha deciso il rialzo, rispettivamente allo 0,50% e al 2%, del tasso sui depositi e quello marginale dallo 0,25% e dall'1,75 per cento. Secondo il Codacons, questa decisione, per i consumatori italiani si tradurrà in una stangata di 204 euro per le famiglie che pagno un mutuo casa a tasso variabile. BENE I CONTI PUBBLICI ITALIANI - Buone notizie arrivano anche sul fronte dei conti pubblici italiani. Secondo l'agenzia di rating Moody's, il governo ha la possibilità di stabilizzare, ma anche di ridurre, il debito pubblico. In base a questo outlook, l'agenzia non ha voluto modificare il rating del nostro Paese, stabile ad Aa2. "Il nostro scenario principale prevede che il governo sia capace almeno di stabilizzare, ma anche di ridurre, il debito pubblico", ha spiegato Alexander Kockerbeck, responsabile di Moody's per il debito sovrano italiano e di altri paesi europei. Quest'obiettivo, poi, dovrebbe essere raggiungibile "anche con scenari prudenti": le stime che l'agenzia di rating ha preso in considerazione, infatti, considerano una crescita normalizzata dell'economia italiana che va da un +2,7% nel 2011 a un +3,5% nel 2014, ovvero dei tassi reali di crescita, stimando un'inflazione attorno al 2%, contenuti.

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