Cav-pm, sfida in Aula e in piazza: "Fango sull'Italia"
Milano, Berlusconi show al processo Mediaset. In udienza Battibecco con Fabio de Pasquale. Bruti e Boccassini rispondono
"Una mattinata surreale". Così Silvio Berlusconi ha commentato la sua presenza in Aula al Tribunale di Milano per il processo Mediaset sui diritti tv. Il Cavaliere, accusato di frode fiscale insieme ad altri dieci imputati (tra cui il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri) per presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi e cinematografici, è stato poi protagonista di un mini-comizio improvvisato all'esterno del Palazzo di giustizia milanese, su un palco allestito dai fedelissimi. Di fatto, una replica di quanto accaduto poco dopo le 9.30, quando all'arrivo al Tribunale ha risposto al volo alle domande dei cronisti. Facendo, come prevedibile, molto rumore: le parole del Cav hanno provocato, nel corso del pomeriggio, le reazioni della Boccassini e di Bruti Liberati. Berlusconi lunedì mattina, presentandosi in aula, ha fatto decadere la contumacia: d'ora in poi il premier, anche se non presente, sarà considerato assente e non più contumace. BATTIBECCO IN AULA - Secondo quanto si è successivamente apperso, nell'aula - dove erano vietate telecamere e macchine fotografiche - si è consumato un acceso diverbio tra il presidente del Consiglio e il pm Fabio de Pasquale. Il Cav avrebbe detto alla toga: "Lei è quello cattivo". Il magistrato avrebbe replicato subito: "Si contenga con le battute". Quindi la contro-replica del premier: "Si contenga le con le accuse". Il diverbio si sarebbe concluso con l'ultima frase di de Pasquale: "Le accuse sono il mio mestiere, le battute no". LE ACCUSE DEL CAV - In mezzo a qualche centinaio di sostenitori radunati dal Pdl lombardo e dai coordinatori nazionali Verdini e La Russa, Berlusconi è poi uscito dall'Aula e ha sparato contro i pm: "Certa magistratura lavora contro il Paese". All'ordine del giorno il processo Mediaset, ma pure il Rubygate. "Ho passato una mattinata surreale ai limiti dell'inverosimile. E' stata una perdita di tempo paradossale", ha commentato a caldo, per poi arringare la folla spiegando le sue ragioni: "Non sono così folle come spiegano i pm, contro di me sono accuse ridicole e frutto della fantasia per gettare fango contro di me. Io sarei stato socio occulto di un'azienda che vendeva diritti a Mediaset. Questa azienda ha pagato al capoufficio acquisti di Mediaset 21 milioni di cresta per farseli comprare. I diritti venduti in un anno sono stati 30 milioni di dollari. Io sarei stato al 50% di questa azienda, quindi così stupido da pagare la metà di 21 milioni al capoufficio acquisti della mia azienda, a cui avrei potuto fare una telefonata per fargli firmare l'accordo. Qual è quell'imprenditore così folle che può tenere per più anni a capo di un'azienda un impiegato che fa danni alla propria azienda?". In sostanza, conclude Berlusconi, si tratta di "processi mediatici" per gettare fango contro il premier e il Paese in un momento di "crisi internazionale". Ecco perché "questi pm lavorano con l'Italia". BOCCASSINI E BRUTI RISPONDONO - Una provocazione, questa, che ha trovato la pronta reazione del procuratore aggiunto Ilda Boccassini. "I magistrati milanesi e italiani lavorano ogni giorno per il Paese nell'adempimento del proprio compito per essere servi della legge". Così, durante una conferenza stampa dedicata all'operazione che ha portato all'arresto di 19 esponenti della 'ndrangheta, il magistrato ha risposto al premier. Poi ha preso parola anche il procuratore capo del pool di Milano, Edmondo Bruti Liberati, che ha 'sposato' le parole della collega: "Ancora una volta i magistrati milanesi hanno dimostrato di saper lavorare su più campi, ma comunque per l'interesse del Paese. La magistratura milanese - ha concluso - lavora soggetta alla legge e soltanto alla legge". LO SHOW COI GIORNALISTI - Uno show al momento di lasciare il Tribunale, uno show al momento di arrivare. Per il premier l'udienza milanese è un'occasione anche per parlare del processo Ruby in cui è accusato di prostituzione minorile e concussione. "In un Paese serio le intercettazioni - ha incalzato Berlusconi - non possono essere considerate prove, perché sono manipolabili e si possono mettere insieme artificialmente". Poi l'ammissione su Karima el Mahroug/Ruby: "Io ho dato l'incarico di darle soldi per sottrarla a qualunque necessità per non costringerla alla prostituzione, per portarla nella direzione contraria e non costringerla alla prostituzione". Sull'accusa di prostituzione minorile, Berlusconi spiega che "non c'è nulla di reale perché la stessa ragazza che avrebbe dovuto essere la vittima ha sempre dichiarato, ha giurato, ha sottoscritto il fatto che non ha avuto nemmeno un'avances da parte mia. Sono paradossalmente accusato quando invece la ragazza ha raccontato davanti a me e a tutti una storia dolorosa che ci ha persino commosso. L'avevo aiutata - ha aggiunto il premier - e gli avevo dato persino una chance per entrare in un centro estetico con un'amica". E sulla concussione: "E' risibile dal momento che io sono sempre cortesissimo. Ho chiesto un'informazione preoccupato per una situazione che poteva dar luogo ad un incidente diplomatico. Mi è stato risposto che la ragazza non era egiziana ed è caduto tutto". "EVERSIVO" - L'opposizione, di fronte al Cav tra la folla, grida al pericolo istituzionale: "Siamo di fronte a comportamenti del presidente del Consiglio che sono ai limiti dell'eversione: che il massimo rappresentante del potere esecutivo, si faccia organizzare un palco da comizio fuori del tribunale di Milano per gridare e strepitare contro la magistratura è inaccettabile", accusa Emanuele Fiano (Pd). Stessa posizione da Italia dei Valori. Per Antonio Di Pietro è un golpe: "Siamo arrivati alla prova provata di uno stato di eversione in atto. Berlusconi è la massima carica del governo e rifiuta le regole dello stato di diritto e il controllo della legalità. A questo punto, si pone un problema di tenuta democratica del Paese e chiediamo al presidente della Repubblica di assumere le conseguenti decisioni prima che sia troppo tardi". Rincara Massimo Donadi, capogruppo Idv alla Camera: "Berlusconi è il primo sponsor dei criminali. Il capo del governo non è riuscito a dare alcuna scossa all'economia, come aveva più volte annunciato, ma, se va avanti ne l suo progetto di sfasciare la giustizia per garantirsi l'impunità, riuscirà ad imprimere una formidabile svolta agli affari della criminalità".