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Fiat, che botta: immatricolazioni a -20% a marzo

Pesante flessione per il Lingotto rispetto al 2010: fa la differenza la mancanza di euro-incentivi. Bene solo in Germania e Olanda

Giulio Bucchi
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Marzo nero per il Lingotto. Fiat Group Automobiles ha chiuso il mese con un calo delle immatricolazioni in Europa del 20% rispetto al 2010: circa 107mila immatricolazioni e con una quota del 6,7% rispetto al 7,9 di un anno fa. Una flessione, dicono a Mirafiori, principalmente dovuto al fatto che nel 2010 il Lingotto beneficiava in maniera molto evidente, e per l'ultimo mese in Italia, degli eco-incentivi attuati da numerose nazioni europee. Un altro motivo del calo sono le forti perdite nelle vendite registrate da alcuni mercati, Italia e Spagna principalmente, in cui la presenza di Fiat Group Automobiles è particolarmente forte. I risultati positivi per il gruppo Fiat arrivano dalla Germania, dove i volumi crescono del 9,2% per una quota stabile al 2,9% e soprattutto da alcuni mercati minori, con valori decisamente significativi. In Olanda Fiat Group Automobiles registra un +85,9% in un mercato che cresce del 25,5% e ottiene una quota del 9%, rispetto al 6 di un anno fa. Nel primo trimestre del 2011 Fiat Group Automobiles ha immatricolato 264mila vetture, il 19% in meno rispetto allo stesso periodo del 2010 per una quota del 7,2%, - 1,5 punti percentuali. Per quel che riguarda i marchi, dicono sempre da Mirafiori, è quello Fiat ad essere maggiormente condizionato nelle vendite per la mancanza di incentivi alla rottamazione nei principali mercati europei. A marzo il brand ha immatricolato quasi 80mila vetture, il 27,3% in meno rispetto a un anno fa, ottenendo una quota del 5%, in calo di 1,5 punti percentuali mentre il trimestre chiude con il 25,6% in meno rispetto allo stesso perido del 2010. Anche la quota è in calo del 1,7% attestandosi al 5,3%. Anche per il marchio Fiat le crescite più significative arrivano dai mercati minori: in Olanda il marchio è cresciuto dell'89,2% (per una quota dell'8,1 per cento rispetto al 5,4 per cento dell'anno scorso), in Svezia l'aumento è stato del 125,9% e la quota dell'1,5%, pari a 0,7 punti percentuali in più.

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