Russo camorrista per Saviano. Polizia lo sospende per 6 mesi
Il pugile debutta al cinema e le Fiamme Oro non gradiscono: "Oltre al contenuto, doveva chiederci il permesso per girare"
La Polizia non gradisce la sua performance per il grande schermo e lo sopende: questa la disavventura occorsa a Clemente Russo, pugile di Caserta vincitore della medaglia d'argento alle Olimpiadi di Pechino 2008 per la categoria pesi massimi. Russo sarà protagonista del film Tatanka scatenato, versione cinematografica di un racconto di Roberto Saviano ed ispirato alla biografia dello stesso pugile. Il racconto, contenuto nella raccolta La bellezza e l'inferno, trae il suo titolo proprio dal soprannome di Russo, ovvero Il bisonte - Tatanka. CLEMENTE CAMORRISTA PENTITO - Nel lungometraggio, in uscita il 6 maggio 2011, Russo interpreta il ruolo di un giovane di Marcianise che grazie alla boxe trova la redenzione, abbandona la strada della camorra ed entra in polizia. Nulla di male, sembrerebbe. Eppure i colleghi di Clemente, in forza alle Fiamme Oro, non hanno gradito la performance. Sotto accusa, secondo la denuncia de Il mattino, alcune scene troppo sopra le righe, tanto esplicite da danneggiare l'immagine della Polizia. POLIZIA: "IL FILM NON C'ENTRA, DOVEVA CHIEDERE IL PERMESSO" - Pronta è arrivata la smentita del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. All'origine del provvedimento non sarebbe il contenuto del film, bensì la mancata richiesta di autorizzazione a prendervi parte: "Il film in sè non c'entra - sostengono al Dipartimento -: Russo, al quale in passato fu permesso di partecipare al reality La Talpa, ha deciso di prendere parte ad un'iniziativa per la quale non era stato autorizzato". Dunque il motivo della sospensione sarebbe puramente comportamentale: "Russo è un assistente della Polizia di Stato in forza alle Fiamme Oro. Persegue i valori della legalità attraverso lo sport così come qualsiasi poliziotto fa lo stesso attraverso il proprio lavoro quotidiano. Chi vince una medaglia olimpica soggiace alle stesse regole comportamentali di tutti i poliziotti italiani. Si tratta di porre tutti sullo stesso piano: vincere una medaglia alle Olimpiadi - aggiungono al Dipartimento di Pubblica sicurezza- non rende nessuno di per sè 'legibus solutus' e 'autorizzazione la devono chiedere tutti, da Russo all'assistente anonimo di Polizia che magari si fa un anno di appostamenti per catturare un latitante".