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Roma, San Paolo: "Mille euro a rom per ok a rimpatrio"

I nomadi non mollano la Basilica di San Paolo, ma chi esce non rientra. Il Comune offre anche assistenza umanitaria

Andrea Tempestini
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I rom non vogliono abbandonare la Basilica di San Paolo a Roma. Prosegue la mediazione con i nomadi che venerdì, dopo gli sgomberi di alcuni campi abusivi fatti eseguire da Alemanno, hanno preso la chiesa. La notte è trascorsa senza particolari episodi di tensione, e sabato mattina è ripresa la mediazione, con il Campidoglio che offre due possibili soluzioni. Il Comune di Roma è disposto a dare 500 euro a nucleo familiare se i rom accettassero il rimpatrio assistito. Alla cifra si aggiungerebbero anche altri 500 euro messi a disposizione dalla Caritas: è questa la nuova formulazione della proposta presentata dal delegato alla sicurezza del sindaco, Giorgio Cardi. La seconda soluzione prospettata dal sindaco Gianni Alemanno consiste nell'assistenza umanitaria presso il Cara di Castelnuovo di Porto per le donne e per i bambini. Per gli uomini, invece, verrebbero messe a disposizione - dalle 20 alle 7 - alcune aree dove trascorrere la notte. IMPEDITO ACCESSO - Nella Basilica la tensione non accenna a diminuire. Ai rom che escono dall'area di San Paolo è preclusa la possibilità di rientrare. Le madri uscite per andare a comperare qualcosa sono state così bloccate dalla gendarmeria vaticana davanti ai cancelli. Sul posto è arrivato anche Mandroc Maria, funzionario della polizia romena presso l'ambasciata del Paese a Roma. BATTAGLIA PER I ROM - Andrea Catarci, presidente dell'XI municipio, prosegue nella sua battaglia a favore dei rom e, sordo alle proposte arrivate dal comune, ha rincarato le dichiarazioni di venerdì: "Nella Basilica di San Paolo - ha dichiarato - ci sono ancora oltre cento persone, ma dal Campidoglio non arriva alcuna proposta se non la divisione delle famiglie".

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