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A Roma spuntano le scritte ispirate ad Auschwitz

Al Pigneto compare un'insegna identica a quella del campo di concentramento ma in inglese. Condanna di Alemanno e Polverini

Andrea Tempestini
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Lunedì mattina, il giorno della Festa della Liberazione, nel quartiere Pigneto di Roma è comparsa una scritta uguale a quella situata all'ingresso del lager di Auschwitz, 'Arbeit macht frei', ma in lingua inglese (recita infatti 'Work will make you free', il lavoro rende liberi). L'insegna è realizzata nella stessa grafica e con lo stesso materiale di quella tristemente celebre del campo di concentarmento. La scritta è stata dissaldata e rimossa in seguito all'intervento della polizia. ALEMANNO: "GESTO VERGOGNOSO" - "E' molto impressionante quello che è avvenuto stamani al quartiere Pigneto - ha commentato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -. Che ci siano dei pazzi scellerati che mettono in atto questa provocazione così grave saldando una scritta che richiama quella del campo di Auschwitz è una cosa infame. Alemanno ha parlato al termine della sua visita al Museo storico della Liberazione a via Tasso. "Esprimo tutta la mia solidarietà alla comunità ebraica - ha aggiunto Alemanno - per questo gesto vergognoso. Abbiamo immediatamente rimosso tutto e ci auguriamo che siano individuati subito i responsabili, che meritano tutto il nostro disprezzo". POLVERINI: "INDIVIDUARE RESPONSABILI" - Dopo Alemanno, ha espresso il suo sdegno la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. "Un gesto odioso e gravissimo. Mi auguro che i responsabili siano quanto prima individuati - ha affermato in una nota -. Quell'insegna è un'offesa a quanti hanno vissuto l'orrore di Auschwitz, a chi in quel campo di sterminio ha perso la vita, a coloro i quali sono sopravvissuti portando con sé il ricordo doloroso di quella barbarie. Siamo solidali con la comunità ebraica - ha proseguito la Polverini - e condanniamo con fermezza un gesto vergognoso, sintomo di una intolleranza contro la quale continueremo a batterci promuovendo la cultura del rispetto e la Memoria dell'Olocausto perché - conclude - simili tragedie non si ripetano mai più".

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