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Siria, sanzioni in vista. Damasco e Daraa assediate

La capitale presidiata da 30 carri armati. L'Onu preme, l'Europa convoca gli ambasciatori: "Condannino il regime"

Federica Lazzarini
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Non si attenua la morsa della repressione del regime di Bashar al Assad contro la rivolta che da sei settimane scuote la Siria. Dopo Daraa, dove l'esercito, entrato in massa due giorni fa, ha aperto il fuoco contro i manifestanti provocando almeno 35 morti, ora i carri armati del regime circondano la stessa capitale Damasco: sarebbero 30 i tank pronti ad attaccare. Nel frattempo le diplomazie occidentali preparano un'offensiva politica per spingere il regime a porre fine alle ostilità: in ballo sanzioni economiche. L'Europa ha chiesto agli ambasciatori siriani nell'Unione di condannare le violenze del regime. Il legato di Damasco a Roma è stato convocato in Farnesina. Il Consiglio per i diritti umani dell'Onu ha deciso di tenere venerdì una sessione speciale sulla situazione in Siria. Il pressing sul presidente siriano Assad è arrivato ieri da Roma, Parigi, Londra e Berlino. E mentre la dissidenza siriana, schiacciata dalla repressione, chiede aiuto alla comunità internazionale, da Daraa, i cittadini lanciano l'allarme. Siamo senza, acqua cibo e stanno finendo le scorte di latte pre bambini. Se continua cosi, ammoniscono - sarà una catastrofe umanitaria. Per l'organizzazione per i diritti umani Sawasiah, dall'inizio della stretta decisa dal regime con l'invio dei carri armati a Daraa, e dove anche oggi i militari hanno ripreso a sparare contro i civili, sarebbero state arrestati almeno 500 persone, mentre l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria denuncia almeno 453 dallo scorso 18 marzo.

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