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Libia, "aerei italiani a segno". Crisi con la Tunisia

La Nato: "Vostri raid a buon fine". Oggi nuova missione. A Dehiba scontro tra truppe Gheddafi ed esercito tunisino. Misurata assediata

Giulio Bucchi
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"Nell'ultima settimana l'Italia ha partecipato ad attacchi che sono andati a buon fine". Rob Weighill, sottocapo di Stato Maggiore delle Operazioni Unified Protector, fa il punto della missione internazionale in Libia che, da giovedì, vede coinvolta con compiti militari attivi anche l'aviazione italiana. "Gli interventi aerei italiani - ha affermato Weighill - hanno portato grandi benefici alle operazioni. Siamo grati per ciò che ha fatto fin dall'inizio delle operazioni, sia con la no fly zone sia con l'embargo". Anche oggi i Tornado armati di bombe sono decollati da Trapani per la loro seconda missione, scortati da due caccia F-16. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa non aveva voluto commentare l'esito delle azioni: "Partecipiamo alla missione sotto il comando Nato, dunque non tocca a me dire che fa l'aereo italiano rispetto al francese o all'inglese. Lo dirà, se vorrà, soltanto la Nato". Oggi gli aerei Nato hanno colpito le forze di Gheddafi a Zenten, cittadina controllata dai ribelli a circa 160 chilometri a Sud-Est di Tripoli. TUNISIA COINVOLTA - La guerra di Libia coinvolge intanto anche la Tunisia. Il fronte caldo non è più solo a Misurata, ma si è spostato fino al confine nella città di Dehiba, tanto da creare tensioni diplomatiche tra Tripoli e Tunisi. Nella cittadina frontaliera si registra un vero e proprio scontro a fuoco tra l'esercito tunisino e le forze fedeli a Muammar Gheddafi. In precedenza, le postazioni dei ribelli libici in città erano state attaccate in mattinata, riferisce Al Jazeera, dalle forze di Tripoli, supportate dall'artiglieria e dai razzi, con molti colpi finiti oltre il confine. Secondo il corrispondente dell'emittente araba, gli scontri vanno avanti senza sosta "con ferocia" da giovedì. Il governo tunisino ha espresso la sua "profonda indignazione" per le violazioni territoriali. E mentre i ribelli rivendicano la 'conquista' della città, sempre a Dahiba un'unità delle brigate del Colonnello ha abbandonato il Paese consegnandosi all'esercito tunisino. Sarebbero 162 i soldati disertori, a bordo di 30 veicoli. MISURATA SENZA ACQUA - Si continua a combattere a Misurata, dove carri armati dell'esercito lealista avrebbero provocato almeno due morti e 16 feriti. "Abbiamo respinto le forze pro Gheddafi, tuttavia esse continuano a bombardare i cittadini di Misurata avvalendosi di artiglieria, di mortai e di missili di più lunga gittata", ha spiegato Weigheill. Poi la denuncia: "Stanno utilizzando le bombe a grappolo che sono vietate. Sappiamo che hanno danneggiato la rete fognaria della città, peggiorando notevolmente le condizioni di vita della popolazione, e messo fuori uso l'impianto di desalinizzazione dell'acqua interrompendo di fatto il rifornimento di acqua potabile".

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