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Sgarbi parla di Dio e la cattolica Rai rinvia il debutto

Ospiti... eretici per la prima puntata di "Il mio canto libero". La dg Lei la rimanda / PAOLI

Giulio Bucchi
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No, Su Dio proprio non si può. Tanto che qualcuno a viale Mazzini, dove la fantasia non manca, ha già coniato la battuta che potete immaginare e che, per correttezza, non riportiamo. Al di là dei giochi di parole la certezza è che il nuovo programma made in Rai di Vittorio Sgarbi, “Il mio canto libero” il titolo della trasmissione, non partirà il prossimo 18 maggio, come previsto dal palinsesto, ma il mercoledì successivo, il 25. Salvo complicazioni, però. Che, con il critico d'arte più famoso d'Italia, sono sempre dietro l'angolo. A dettare lo stop della trasmissione è stato il direttore generale della tv pubblica, Lorenza Lei, fermamente contraria alla puntata su Dio. E non tanto per l'argomento in sé, quanto per i contenuti della trasmissione, a partire dalla presenza in studio del teologo americano, ritenuto eretico dalla Chiesa, Matthew Fox, espulso dall'ordine sacerdotale dall'allora Cardinale Ratzinger. È chiaro che sulla scelta del dg di rinviare Sgarbi pesa, e non poco, il suo rapporto personale con le gerarchie vaticane. Un esordio così, non le avrebbe certo fatto gioco. E così la Lei ha chiesto a Sgarbi di rivedere i propri piani, mettendo subito in cantiere la puntata dedicata alla bellezza, con la quale esordire in Rai. Ma non il 18, bensì il 25. La direzione della Rete, secondo le solite voci di corridoio di viale Mazzini, ha prontamente recepito l'indicazione arrivata dal settimo piano, non potendo fare altro. E ora resta da capire come l'ha presa Sgarbi, che non ha ancora commentato la decisione. Il critico d'arte, come è nel suo stile, potrebbe anche contestare la decisione della direzione generale, rinviando ulteriormente la partenza del programma, destinato ad occupare la prima serata del mercoledì di Rai Uno per cinque serate. “Il mio canto libero”,  nelle intenzioni di Sgarbi vuole essere la risposta al programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Insomma l'Italia vista da sinistra e raccontata da destra. Almeno in teoria. Chi ha fatto sentire la sua voce, invece, è stato il vescovo della diocesi di Noto, Monsignor Antonio Staglianò, che ieri pomeriggio ha aperto le porte del palazzo vescovil ad una troupe televisiva inviata dalla Rai per riprenderlo mentre intona “Il mio canto libero” (la celebre canzone di Battisti&Mogol) per la sigla dell'omonima trasmissione condotta da Vittorio Sgarbi. Il set televisivo è stato realizzato nella stanza del Vescovo che si è prestato all'insolita iniziativa della produzione di un programma che non è ancora iniziato ma che fa già tanto parlare di sé. E vista l'indicazione del direttore generale c'è il rischio che la performance del Vescovo di Noto reti chiusa nei cassetti della Rai. Chi dovrebbe esserci, invece, è il cantante Morgan, altro personaggio  che con la Rai ha avuto più di un problema. «Morgan sarà ospite fisso de Il mio canto libero», ha  annunciato Sgarbi, con particolare enfasi. Il problema, però, è che manca ancora la firma sul contratto. Anche su questo “particolare ospite” la Lei avrebbe espresso più di una riserva. «L'agente di Morgan e la Rai stanno trattando, ma non ci saranno problemi. Lui canterà e dirà la sua sui vari temi trattati», chiosa Sgarbi, «e soprattutto suonerà non solo rock ma anche musica classica, da Bach a Beethoven». Se la firma sul contratto tarda, molto dipende delle dichiarazioni rese da Morgan sul suo rapporto con la droga che in passato lo hanno allontanato dalla tv di Stato. di Enrico Paoli

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