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Sicurezza, Maroni ci riprova: "Sì a ordinanze dei sindaci"

Dopo lo stop della Consulta ai sindaci-sceriffi, il ministro pensa a una nuova proposta di legge: "L'esperienza era positiva"

Giulio Bucchi
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Più potere ai sindaci in materia di sicurezza. E' la proposta del ministro degli Interni Roberto Maroni, che da Gardone Riviera annuncia: "Stiamo elaborando una proposta di legge per reintrodurre il potere d'ordinanza dei sindaci in materia di sicurezza nelle forme, nei limiti e nella cornice individuati dalla Corte Costituzionale". L'iniziativa legislativa, che, annuncia Maroni, "sarà portata al Consiglio dei ministri entro la fine di luglio", punta a reintrodurre una normativa bocciata, quella soprannominata dei 'sindaci-sceriffi', bocciata dalla Consulta lo scorso aprile. Oltre i cavilli - "Il potere d'ordinanza previsto dall'articolo 54 del testo unico - spiega il ministro - consentiva ai sindaci di emanare delle ordinanze anche non contingibili e urgenti per ordinare meglio la vita delle comunità da loro amministrate". Un passaggio cassato dalla Corte Costituzionale, come detto, ma secondo Maroni l'esperienza avuta è positiva: "Centinaia e centinaia di ordinanze di sindaci di grandi città e di piccoli Comuni, di ogni colore politico, dimostrano che erano, e io continuo a credere che siano, uno strumento utile per garantire maggiore sicurezza nei comuni, nelle città". Il problema, dunque è più formale che sostanziale: "Non c'è motivo per cui se una cosa dà risultati positivi - ha concluso il ministro - si ritorni indietro per via di qualche cavillo. Se è un cavillo, si modifica. Se ci sono delle obiezioni relative alla Costituzione, è un altro paio di maniche, ma qui stiamo trovando la soluzione sul fronte della sicurezza"

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