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L'Ing. fa i conti col tesoretto: così mi compro la tv anti-Silvio

La sentenza pro-Cir regala a De Benedetti un malloppo in contanti da investire. Le alternative sono due: La7 o il business delle rinnovabili

Giulio Bucchi
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Sarà l'uomo più liquido d'Italia, o quasi. Carlo De Benedetti accoglie i 560 milioni di euro di risarcimento dalla Fininvest con un sorriso di soddisfazione e si prepara a reinveistire il malloppo. Non subito, però. Perché sono tanti soldi, tantissimi (forse solo l'imprenditore romano Caltagirone ha a disposizione più denaro contante) ma non bastano ancora a far completare al signore di Espresso e Repubblica la scalata all'obiettivo più ambito: La7. Il sogno La7 - Che la tv attualmente della Telecom sia nel mirino di De Benedetti, è cosa risaputa. Tanto più che con Mentana, Lerner, l'arrivo di Fazio e Saviano, quelli sempre papabili di Santoro, Gabanelli e Annunziata il tanto sventolato 'terzo polo' televisivo assomiglia un po' ad una RepubblicaTv bis. A frenare la scalata dell'Ingegnere, già impegnato nel settore tv, c'è qualche timore ancora non superato. Il gruppo Espresso ha impianti acquisiti dalla vecchia Rete A, titolare di un canale analogico e due multiplex digitali. In onda è stato messo prima il canale All Music e poi quello di Deejay Tv, che unisce il brand a quello dell'omonimo circuito radiofonico di proprietà. I risultati finora non sono stati esaltanti. Una attività in perdita (nel 2010 per 7,9 milioni di euro) e fatturato non così rilevante (18,3 milioni di euro). Con La7, De Benedetti entrerebbe in tutt'altra dimensione (nel 2010 262,8 milioni di ricavi e 46,1 milioni di perdita netta), sbilanciando fortemente il gruppo. Anche per questo il figlio Rodolfo lo ha sempre sconsigliato di tentare la grande avventura. Ora, però, potrebbe essere il momento giusto. Ricchezza rinnovabile - C'è però un altro piatto su cui De Benedetti potrebbe avventarsi, e più in fretta. E' quello dell'energia rinnovabile con De Benedetti in prima fila nella eolica e già un po' più ricco dopo il no del referendum alla costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano. In questo caso, l'investimento potrebbe essere immediato e più sicuro, mentre per la tv si dovrebbe probabilmente aspettare il dopo-Berlusconi, con tutte le incognite (politiche e televisive) del caso. In ogni caso, in un mese per De Benedetti si sono aperte prospettive ancora più rosee di quanto già non fossero fino a qualche settimana fa, dopo 10 anni di utili e indebitamenti irrilevanti.

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