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Folle idea: Fini-Tonino insieme In Fli esplode bomba Granata

Il futurista: "Gianfranco e Di Pietro coppia per il partito perfetto". La dichiarazione innesca una maxi-diaspora futurista

Andrea Tempestini
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Ogni tanto ci tocca: Gianfranco Fini torna alla ribalta. Negli ultimi mesi - dopo aver tenuto banco lo scorso dicembre tra fiducia e scissione futurista - è successo più che altro per l'irrefrenabile 'caduta massi': pezzetto dopo pezzetto, la sua personalissima Armata Brancaleone - Futuro e Libertà - è stata abbandonata da una moltitudine di componenti. Anche in questa occasione il presidente della Camera fa parlare di sé perché viene abbandonato. In questo caso il colpo di grazia è stato sferrato da Fabio Granata (che non abbandona ma fa abbandonare), smanioso di far esordire una nuova strepitosa coppia comica: Antonio Di Pietro e Gianfranco Fini, fianco a fianco sui palcoscenici della politica italiana. La coppia più bella del mondo - "Fini e Tonino sarebbero perfetti per costruire insieme il nuovo partito della nazione e della legalità. Non staremo mai più con il Pdl. Urso e Ronchi? Sono due infiltrati, meno male che se ne sono andati", ha commentato con diplomazia' Granata, intervistato da L'Espresso. Poi il falco futurista è entrato nei dettagli della sua iperbolica rivoluzione politica. "Si deve trasformare il movimento di Fini in un partito organizzato che superi le categorie del '900 e che sia in grado di recuperare lo spirito delle origini". Deve essere, insomma, un partito "più innovativo che moderato. Fondare un nuovo movimento? Dio ce ne scampi e liberi, dobbiamo ancora fare questo", ammette Granata, che però non prende coscienza del fatto che Fli, in verità, è un fantasma fin dalla nascita. Collino se ne va - Le parole di Granata hanno scatentato un terremoto: l'esile sagoma del fantasma futurista si assottilia sempre più. Di Pietro e Fini insieme? Non scherziamo, deve aver pensato l'eurodeputato di Fli, Giovanni Collino: qui non si parla di Jerry Lewis e Dean Martin, nemmeno di Dan Aykroyd e John Belushi, o di Bud Spencer e Terence Hill. Al massimo Fantozzi e Filini. Così Collino svuota gli armadi, fa le valige e abbandona la casetta futurista, sempre più vuota. Prima di scaricare Gianfranco, però, prende carta e penna. E sono tuoni e fulmini. "L'abbinamento di Fini e Di Pietro è la dimostrazione dello sbandamento di Fli che modifica il suo indirizzo trainato dagli estremismi. Urso, Ronchi, Scalia infiltrati? No - ecco il secondo siluro -, semplicemente traditi da chi non ha saputo tenere in piedi una comunità politica ed umana affidandosi ieri ai colonnelli ed oggi ai gendarmi per evitare di assumersi responsabilita in prima persona, come avrebbe dovuto fare subito". "Leadership inesistente" - Fini, comodamente seduto sullo scranno più alto di Montecitorio, guarda gli ultimi pezzetti del suo partito bruciare come carta velina. Gianfranco non spende nemmeno una parola, nessuna secchiata d'acqua per cercare di domare l'incendio. Il silenzio di Fini è talmente assordante che lo stesso Collino rimane spiazzato. Così spiazzato che sente il bisogno di stigmatizzare il mutismo: "Il silenzio di Fini è imbarazzante, e dimostra ancora una volta - qui un'altra bomba - la mancanza di prese di posizione del presidente nei confronti di chi ha creduto in lui negli ultimi vent'anni. Dopo le parole di Granata anche per me Fli è un'esperienza conclusa. Ho un unico rammarico: Fli è finito prima di nascere, guidato dai personalismi dei gendarmi e senza una leadership realmente democratica e costruttiva". Lasciano anche i giovani - Ma non è tutto. Dopo la bomba-Di Pietro, anche il gruppo giovanile napoletano di Fli è sul punto di dire addio al partito. La decisione sarebbe già presa e irreversibile. Ventilare un'alleanza con Tonino è un'operazione kamikaze che non può essere tollerata. E così perde pezzi anche la federazione giovanile futrista: mercoledì mattina un nutrito gruppo di dirigenti dell'organizzazione ha comunicato ufficialmente l'addio a Gianfranco e al pasdaran Italo Bocchino. Il motivo? Le dichiarazioni di Granata. L'imbarazzo di Fini- Il generale Gianfranco dopo un lungo silenzio intriso di meditazione ha preso parola nel tentativo di salvare un po' di credibilità di Futuro e Libertà. Un progetto in cui "abbiamo creduto e crediamo", ribadisce. Prossimo appuntamento a settembre, dove (ancora) a Mirabello verrà presentato il "programma di una destra europea", da sempre inseguito. E "se ora qualcuno si è fermato - aggiunge -, dico con il Poeta, non ti curar di loro...". Poi il generale Gianfranco è tornato a sedere. Sul suo taccuino la penna scivola lentamente e sfiora una lunga lista di nomi: Viespoli, Rosso, Saia, Moffa, Barbareschi, Scalia, Urso, Ronchi, Menardi, Polidori, Pontone, Cosenza. All'elenco dei fuggitivi aggiunge ora la voce Collino, e si prepara a vergare anche la senssantina di nomi che lascerebbero da Napoli e dalla federazione giovanile. Ma nella colonna accanto segna un appunto: "Antonio Di Pietro?". A Granata piacerebbe. Gianfranco ci pensa.

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