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Il Senatùr parla chiaro al Cav: "Giù le mani dalle pensioni"

"Non devono pagare i soliti noti: pensionati, risparmiatori e piccole imprese. La stoccata: "Senza il Nord, l'Italia scomparirebbe"

Andrea Tempestini
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Le pensioni non si toccano. Dopo l'avvertimento indirizzato a Giulio Tremonti, Umberto Bossi parla chiaro anche al premier, Silvio Berlusconi. Il Senatùr, ha riferito a chi ha avuto modo di parlargli durante l'evento in memoria di Gianfranco Miglio, ha in programma un incontro con il premier a Roma mercoledì sera. Nel faccia a faccia ribadirà la linea della fermezza della Lega sulle pensioni: "Non si toccano", come titolava il quotidiano leghista La Padania mercoledì mattina (tra le ipotesi studiate dal governo, quella già stigmatizzata dal Senatùr di alzare l'età pensionabile a 67 anni). Sembra così delinerasi uno scontro tra il Carroccio e Tremonti, che nell'incontro che si terrà a breve con le parti sociali dovrebbe ribadire la sua intenzione di mettere mano al sistema previdenziale. "Non paghino i soliti noti" - L'editoriale de La Padania palesa la linea del Carroccio. "Non siano chiamati a pagare come sempre i soliti noti, quindi i pensionati, soprattutto se si vogliono colpire le donne o gli uomini con la pensione di anzianità - avverte l'articolo di apertura firmato da Igor Iezzi - i risparmiatori che hanno aiutato il Paese investendo nei titoli di Stato, le imprese e i lavoratori che rappresentano la forza del Nord in grado di portare le esportazioni ai livelli della Germania nonostante la crisi". "Lunedì, queste sono state le parole d'ordine nel menù del vertice tra Umberto Bossi e Giulio Tremonti - si spiega, con riferimento all'incontro di Gemonio, cui era presente anche Roberto Calderoli -. Di questo il leader del Carroccio parlerà con Silvio Berlusconi". "La Lega - si insiste - ha intenzione di giocare tutte le sue carte, smentendo così anche la lettura interessata di alcuni quotidiani che già ipotizzavano tagli alle pensioni di reversibilità, a quelle di anzianità e aumenti dell'età pensionabile per le donne. Non è questa la strada che il carroccio ha intenzione di intraprendere. Tremonti è già stato avvisato". "Senza i soldi del nord l'Italia muore" - Bossi, in occasione delle commemorazioni a Domaso, in provincia di Como, è tornato a far sentire la voce del popolo del nord. Da giorni il Senatùr ha giurato di voler difendere a spada tratta le piccole e medie imprese che compongono il tessuto industriale del nord. Così il leader del Carroccio ha voluto ricordare che "senza il contributo economico di Lombardia, Veneto e Piemonte l'Italia scomparirebbe". Bossi è poi tornato sull'idea delle macro-regioni elaborata da Gianfranco Miglio, definita "sicuramente un punto di svolta definitivo". Perché, ha sottolineato, "la Padania, la Lombardia, il Veneto e il Piemonte, dal punto di vista economico, sono l'unica possibilità per l'Italia di resistere. Finchè queste tre Regioni danno i soldi a Roma - ha concluso - l'Italia resiste, altrimenti scompare".

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