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Se An vuole mandare

Fini in Europa

Dario Mazzocchi
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Certe dichiarazioni non avvengono per caso. Se un pezzo da novanta di Alleanza Nazionale qual è Ignazio La Russa arriva a dire che il futuro di Gianfranco Fini è in Europa, non si tratta di una frase buttata lì tanto per dire. Significa tante cose. Innanzitutto che la successione di Silvio Berlusconi non è in agenda, in secondo luogo che la transizione della destra italiana necessita di un ulteriore passo in avanti per uscire dalla tradizione post fascista. E questo passo tocca al suo ultimo leader Gianfranco Fini, quasi fosse un cammino in solitaria. Dopo il predellino Dopo il famoso discorso del predellino, quello in cui il Cavaliere sparigliò come suo solito le carte in tavola, tante volte ci siamo trovati a scrivere che nulla sarebbe stato come prima. Così in effetti sta accadendo. Al predellino seguì la vittoria delle Politiche, una vittoria netta e cristallina da parte di Berlusconi, il quale alla vigilia di quel voto era dato in fuorigioco. O quasi. Se però gli scenari non si realizzano, è un errore pensare che non fossero mai stati pensati o immaginati. L'idea di una grande coalizione che anestetizzasse il “berlusconismo” era un'idea su cui molti ambienti – non solo politici - stavano lavorando. Fini non ne fece mai mistero, anzi parlò espressamente di una fase nuova. (...) Gianluigi Paragone sull'edizione di Libero in edicola domani

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