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Formigoni: "Nel 2012 si vota. Ora voglio le primarie Pdl"

Il governatore della Lombardia sicuro: "Con il via libera al referendum presto alle urne. Entro gennaio scegliere il candidato"

Andrea Tempestini
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Roberto Formigoni ha le idee chiare, chiarissime. Con il probabile via libera al referendum si andrà al voto nel 2012. Quindi, il Pdl, deve fare presto le primarie per la scelta del candidato premier del centrodestra. Il governatore della Lombardia, a margine di una tavola rotonda promossa dalla Fondazione Nuova Italia di Gianni Alemanno, è tornato a insistere sulla necessità delle consultazioni: "Mi fa piacere che Alfano ha confermato la necessità di fare le primarie a tutti i livelli - ha osservato -, e poiché ieri La Russa ha detto che Berlusconi non si ricandiderà, bisogna attrezzarsi rapidamente anche per scegliere il nostro candidato premier per le politiche". Primarie e legge elettorale - Del resto, ha aggiunto Formigoni, "abbiamo fretta perché con il referendum, che prevedo verrà ammesso, immagino che le elezioni nel 2012 siano la probabilità più vicina e quindi le primarie per la scelta del nostro candidato premier vanno fatte al massimo nel gennaio del 2012", tra una manciata di mesi, dunque. Poi l'attenzioni si sposta sulla legge elettorale (una moneta preziosa in mano a Silvio Berlusconi che cerca di ricucire i rapporti con l'Udc di Casini). "Mi fa piacere - ha proseguito - l'annuncio di Alfano: la legge elettorale doveva essere riformata da tempo. Non ci possiamo più permettere di mandare in Parlamento e nei consigli regionali persone nominate dall'alto. La democrazia, la scelta del popolo, è la base fondamentale del Pdl rinnovato. I nostri elettori ne hanno piene le tasche", ha chiosato Formigoni, secondo il quale "i valori fondamentali della legge elettorale sono: l'eliminazione dei deputati e senatori nominati, l'eliminazione dei listini bloccati a livello regionale e l'introduzione della preferenza". Bastone e carota per Tremonti - Al centro del dibattito politico, però, c'è sempre Giulio Tremonti (leggi il piano del Cavaliere per farlo fuori). Del ministro dell'Economia ha parlato anche Formigoni: "Deve accettare che ci sia collegialità nelle decisioni", è tornato a rimproverarlo. Poi però lo ha difeso per l'assenza alla Camera in occasione del voto sull'arresto di Marco Milanese: "Anche la riunione del Fondo monetario internazionale era importante, sarebbe stato un grave errore lasciare la sedia vuota a Washington, anche se è stato notatao che si poteva prendere il volo successivo" e prendere parte al voto di Montecitorio. E dopo queste premesse il governatore della Lombardia prosegue: "Tremonti è un'intelligenza sopraffina, ma deve accettare la collegialità del governo, deve accettare che il direttore d'orchestra sia Berlusconi. E' Berlusconi incaricato di suonare i pezzi, poi i virtuosi nell'orchestra - ha concluso - emergono sempre".

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