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Polizia paralizzata, si rischia la giustizia fai da te

Città distrutte, le questure preferiscono non intervenire. Ma anche la gente tranquilla perderà in controllo: avremo ronde e clima da guerra civile

Lucia Esposito
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A me pare brutta. Sabato mi sono fatto tutta la manifestazione (anche perché una volta entrati non c'era modo di uscirne, la polizia arginava tutta la fiumana e impediva fisicamente di accedere verso il centro) ma vi risparmierò descrizioni drammatiche. Confermo tutte le cose che avete letto qui e altrove: era palese che i celerini avevano disposizione di evitare assolutamente ogni incidente - per quanto il prezzo sia stato altissimo - ed è pure vero che molti partecipanti «pacifici»  hanno insultato e talvolta spintonato e cercato di isolare i cosiddetti black bloc, o quello che sono. Ma il punto è che non ci sono riusciti, anche perché il servizio d'ordine dei manifestanti era inesistente e quello dei Cobas è stato addirittura soccorso dai celerini. Il punto, pure, è che la polizia è resa impotente dall'aria che tira, da quell'insopportabile pressione che il morto lo attende, lo vuole, lo brama per farne un nuovo Carlo Giuliani che giustifichi altre sprangate. Il punto, pure, è che i black bloc, nell'ipotesi più ottimistica, erano mille e tutti gli altri 200mila: ergo c'era un rapporto di duecento a uno - facciamo cento a uno, esageriamo per difetto - e ciò contando anche i pacifici che abbiano occasionalmente smesso di esserlo per trascinamento.  Conclusione: in un rapporto cento a uno, c'è un'estrema minoranza che distrugge tutto quello che riesce e preannuncia che continuerà a farlo (e intanto spacca madonne, incendia camionette) e poi ci sono i vari servizi d'ordine e la polizia che per ragioni magari comprensibili non hanno dimostrato una vera volontà di fermarli ma solo di contenerli: che è come dire, se non cambia qualcosa, che per il futuro sperino soltanto che vada tutto liscio. Questo è il quadro, al di là delle analisi più raffinate: siamo in mano a quattro deficienti (criminali, delinquenti comuni, chiamateli come volete) e ne consegue che le soluzioni o le conseguenze possono essere soltanto due, entrambe decisamente drammatiche. La prima: la polizia si risveglia e si mette a menare come accade in nazioni anche più serie e civili della nostra, magari coadiuvata da inasprimenti legislativi o da una «Legge Reale 2» già auspicata da Antonio Di Pietro e dal Ministro Roberto Maroni: si parla di quella legge che negli anni Settanta prevedeva una certa disinvoltura nell'uso delle armi da parte della polizia, carcere preventivo a pioggia anche in assenza di flagranza di reato (con fermi indiscriminati lunghi sino a quattro giorni: basta qualche indizio) e poi il divieto di girare a viso coperto, ciò che tuttavia - piccolo inciso - non è mai stato sufficiente a impedire l'uso del burqa e del chador alle musulmane. In generale qualcosa che, se sorretto dal clima giusto e da un certo surriscaldamento delle «aspettative sociali», è in grado di ledere i diritti di tutti e di limitare le libertà democratiche come già avvenne negli anni Settanta: non fu certo la Legge Reale a sconfiggere il terrorismo, e un deciso schierarsi dalla parte della polizia, ora, non significa dimenticare che in passato la stessa si rese protagonista anche di qualche grave errore, diciamo così. La seconda ipotesi  è anche peggiore: siccome a ogni azione segue sempre una contro-reazione - è una legge della fisica e della storia - è probabile che presto o tardi qualche neo-gruppo di cittadini decida di scendere direttamente in piazza e di dare ai vari deficienti - che in molti casi erano praticamente dei bambini - la saccagnata di botte che meritano, nello scenario che gli stessi probabilmente desiderano. Un quadro che per loro, i black bloc, può anche prospettarsi come decisamente eccitante: sono ignoranti e vivono tutto come una sorta di vivida esperienza psichedelica, ma all'occhio più maturo, tuttavia, scenari del genere potrebbero anche sembrare la miccia di una moderna guerra civile sorretta da una maggioranza rumorosa. Non dico questo a mente fredda o a ciglio asciutto: lo dico perché sabato c'ero, lo dico perché la voglia di menare contro quei deficienti non solo l'ho respirata coi fumogeni, ma l'ho sentita formicolare nelle mie mani: ed è forse la cosa che mi ha preoccupato di più. Insomma, a me pare brutta, anche perché talvolta la sola maniera di evitare una guerra - anche questa è una legge della storia - è vincerla. E una guerra senza vittime io non l'ho mai vista. di Filippo Facci

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