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Ultima beffa del divino Giulio "Morto? Ma va, sono al lavoro"

Andreotti risponde alla voci sul suo imminente trapasso: "Capisco che molti attendono quel momento, io non ho fretta"

Costanza Signorelli
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Sette volte come presidente del Conisiglio e, evidentemente, sette vite come i gatti. Giulio Andreotti, classe 1919, sta benone, altro che 'trapasso'. E al tam tam di voci che lo davano per 'spacciato' risponde con la sua proverbiale ironia: "In questi giorni - scrive in una nota a Dagospia - mi giungono voci insistenti su un mio ricovero per aggravamento di salute. Capisco che molti attendono un mio passaggio a miglior vita, ma io non ho fretta e ringrazio tutti coloro ai quali sta a cuore la mia salute e in particolare il Signore per l'ulteriore proroga..." Sono al lavoro - E infatti il senatore a vita come di consueto questa mattina, dopo la tradizionale visita al barbiere, si è recato a Palazzo Madama. Lo riferisce all'Adnkronos la sua segretaria. La notizia di un improvviso aggravamento del suo stato di salute era stata rilanciata dal sito di Roberto D'Agostino mercoledì scorso, all'interno della rubrica 'Il politico' dove, citando fonti a lui vicine, si riferiva di "una degenza ininterrotta in una clinica romana". E, il giorno prima, sempre Dagospia riportava la dichiarazione di un altro storico esponente della Dc, vicino al senatore a vita, Paolo Cirino Pomicino. "Mi state rompendo le pa... da ieri sera, ma sta come dieci giorni fa".

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