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Luis Enrique per la panchina Allegri per il tricolore

Roma-Milan alle 18, big match in Serie A. Il tecnico giallorosso deve salvarsi dall'esonero. Per quello rossonero è partita scudetto

Andrea Tempestini
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Massimiliano Allegri la definisce «sfida scudetto». Per il Milan, quella di stasera in casa della Roma è «la gara dell'anno». Dopo aver ritrovato regolarità e punti, con una vittoria all'Olimpico si torna di diritto in pole per il tricolore. Il centrocampo, nonostante l'assenza di Clarence Seedorf (ancora guai al ginocchio destro), rassicura: torna Van Bommel, Nocerino e Boateng sono nel loro periodo di gloria e Aquilani è il grande ex della gara. In difesa si rivede Nesta, mentre i dubbi sono sempre gli stessi: Cassano-Robinho e Zambrotta-Taiwo. Mexes non è convocato per una microfrattura alla mano. E anche Inzaghi ancora non è pronto: «Quando sarà in grado di garantirmi minutaggio sarà protagonista», assicura Allegri. ATTACCO CERCASI Come conferma il mister, è ora che anche gli attaccanti segnino (sei degli ultimi otto gol sono di centrocampisti), ma è anche compito della difesa evitare di subire così tanti gol: «Abbiamo preso 8 gol in tre partite. Per vincere lo scudetto bisogna avere la migliore difesa», ammonisce il tecnico toscano, che non si fida del momento no dei giallorossi: due ko di fila, nonostante «Luis Enrique stia facendo molto bene. Ha solo bisogno di tempo». L'ex Barça, intanto, spera di vedere la Roma di mercoledì sera a Genova, nonostante l'amara sconfitta nel finale: «Io non devo guardare solo al risultato, ho visto la migliore prestazione da quando sono qui. Ci manca solo la finalizzazione e dobbiamo avere più concentrazione». Ma lo spagnolo non può più perdere, ha vinto solo 3 volte su 8 gare e la sua squadra è a metà classifica a 11 punti. È tornato disponibile Pjanic, che ha buone possibilità di giocare, mentre Totti sarà ancora in tribuna. «Sarà difficile perché il Milan ha acquisito regolarità e sta bene». Alla domanda sull'incontro con Tassotti, che gli rifilò una gomitata sul volto nel 1994 durante Italia-Spagna dei mondiali Usa, Luis Enrique tranquillizza: «Gli stringerò la mano senza problemi». Ieri anche lo stesso Tassotti ha ricordato al Corriere della Sera: «Ho fatto una grossa stupidata di cui ero già pentito un minuto dopo. Se mi capiterà di incrociarlo sono disponibile a fare la pace, a chiedergli scusa. Sono sempre stato disponibile». POSSIBILE CRISI Impossibile per l'allenatore spagnolo non ricevere domande sul suo futuro: «Non sono preoccupato di nulla, perché non succederà niente. Quando andrò via da qui, arriverà un altro allenatore e la Roma sarà forte lo stesso». Certo, la panchina non sarà in pericolo, forse non si parlerà neppure di esonero, ma una terza sconfitta di fila porterà almeno a una pesante riflessione su certe scelte tecniche. di Gaia Frigerio

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