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Terrorizzati Stracquadanio rivela a Bechis: "Giornalisti impazziti, temevo di prenderle"

Dopo aver rotto una telecamera, continua la lotta tra l'onorevole e la stampa: per fuggire si rifugia su un blindato dei Carabinieri

Costanza Signorelli
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L'onorevole Giorgio Stracquadanio, martedì 8 novembre, è andato a palazzo Grazioli per spiegare al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, chi avrebbe votato e chi no il rendiconto e lo status della maggioranza. All'uscita ha trovato di nuovo telecamere e microfoni dei colleghi della tv a cui ha provato a sottrarsi. L'ultima volta, in un'occasione simile, ha spaccato una telecamera. In questo caso, invece, si è consegnato ai carabineri di un blindato chiedendo rifugio e telefonando da lì a un autista che venisse a prenderlo. Guarda il video su LiberoTv: La prigionia volontaria di Stracquadanio L'assalto al deputato: guarda la fotosequenza Il vicedirettore Franco Bechis lo intercetta all'uscita di palazzo Grazioli. "Che diavolo ci faceva in quella camionetta, on Stracquadanio?" Le risposta è significativa: "Karl Popper diceva che la libertà del mio pugno finisce dove inizia il naso di un altro: proteggevo il mio naso". Ecco come l'onorevole spiega quei dieci minuti di prigionia volontaria. In fondo è stato uno dei pochi politici a potere uscire oltre che entrare dai carabinieri...

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