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Il Cavaliere chiama Gianfranco Telefonata di pace col futurista

Dopo le dimissioni il colloquio tra Silvio e il presidente della Camera, che spiega: "Le polemiche appartengono al passato"

Andrea Tempestini
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Prove tecniche di disgelo tra i due eterni duellanti, Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. I due, da anni ai ferri corti, hanno avuto un colloquio telefonico. Lo ha riferito lo stesso presidente della Camera. "E' vero che Gianni Letta mi ha telefonato dopo il colloquio tra il presidente della Repubblica e Berlusconi", la chiacchierata che è coincisa con le dimissioni del Cavaliere. "E Letta - ha proseguito Fini - poteva dirmi 'si è dimesso', ma invece me lo ha passato. Berlusconi mi ha detto che si è chiusa una fase, cerchiamo di ragionare per il prossimo futuro. Intervistato da GrParlamento, Gianfranco ha però negato che l'ex premier gli abbia fatto i complimenti per aver avuto partita vinta: in effetti, questo sembrava troppo. "Le polemiche una vecchia stagione" - Quindi il leader di Futuro e Libertà si spende in parole al miele nei confronti del Cavaliere, parole che pareva impossibile uscissero dalla sua bocca. Calcolo politico? Solidarietà nazionale? Ironia? Chissà. Di certo c'è che Fini ha spiegato come "le polemiche sulle dimissioni di Berlusconi e le mie appartengono ad un'altra stagione" (anche se Berlusconi ha rispettato la parola data facendo un passo indietro mentre Gianfranco ha disatteso quanto assicurato senza mollare la presidenza di Montecitorio). "Una fase si è aperta - ha proseguito il futurista -, ma come sarà quella nuova si vede sempre dopo. Le dimissioni di Berlusconi segnano la fine di un momento. Non so cosa sia il berlusconismo ma so che Berlusconi continuerà ad essere un leader politico di primissimo piano, né si può pensare che dalla sera alla mattina sia consegnato ai libri di storia".  "Parole responsabili" - E poi altri zuccherini. "Ieri - ha continuato Fini a GrParlamento - ho trovato il messaggio di Berlusconi responsabile, se avesse ascoltato delle pulsioni che ci sono nel suo partito non avrebbe detto che è il momento di mettersi dietro le spalle aggressività e impulsività". Poi una battuta sul futuro del governo Monti: "Se nasce, e nascerà per ampiezza delle forze parlamentari che lo sostengono segnerà non la fine del bipolarismo in sè, ma di quello che si definisce bipolarismo muscolare, quello in eterna attesa di un cambio perché chi vincerà dopo farà inevitabilmente meglio di chi aveva governato prima". Guarda il video su Libero Tv: Alemanno e Fini: miracolo in metropolitana E anche con Alemanno... - E prove tecniche di disgelo arrivano anche da un altro fronte, quello che vede opposti lo stesso Fini e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Lunedì mattina hanno visitato insieme il nuovo tratto in ultimazione della Linea B1 della metropolitana della capitale. Con tanto di elmetto e giubbotto catarifrangente, la terza carica dello Stato al suo arrivo si è fermato e ha parlato con tecnici e operai. Ad accogliere Fini anche il presidente di Roma Metropolitane, Giovanni Ascarelli, l'assessore alle Politiche delle Mobilità, Antonello Autovemma, e i rappresentanti dell'impresa Salini Costruttori, capofila del raggruppamento che segue i lavori del cantiere. Le divergenze tra Fini ed Alemanno sono sempre state profonde, aspre. Così l'incontro è stato interpretato come un altro passo verso un possibile riavvicinamento tra Pdl e Fli. "L'auspicio che ci sia una grande ricomposizione del centrodestra attraverso il Pdl, mettendo insieme tutti quelli che si sentono alternativi alla sinistra - ha commentato Alemanno -. Un auspicio che non può non essere positivo".

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