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Bossi Il siluro di Salvini a Umberto e al Trota: "Mio figlio mai in politica e mai raccomandato"

Il leghista picchia duro sul Senatùr: "Ringrazio mio padre di avermi lasciato libero nella vita e di non avermi mai dato spinte..."

Giulio Bucchi
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Parli di figli con Matteo Salvini e hai la sensazione che non ci saranno più un altro Bossi e un altro Trota. E non è tanto una questione  di cerchi magici e maroniani, di Lega che va a scatafascio e generali ribelli...  E' piuttosto una faccenda da "anema e core" che detto a un leghista sembra quasi una bestemmia. Non parli mai di tuo figlio... «Lo difendo... con un papà così esposto è normale qualche ritrosia». Sei con lui adesso? «Sono ai suoi allenamenti di calcio. Mi  devo nascondere perché se mi vede col telefonino sono guai». Quanti anni ha? «Otto... l'ho avuto a trent'anni». Un papà giovane... «All'epoca mi sentivo  fin troppo vecchio». Che papà sei? «Vorrei essere un papà giusto». In fatto di padri e figli la Lega ha precedenti illustri: Bossi e il Trota per esempio. «Non voglio parlarne». Allora parliamo dei padri che raccomandano i figli...  «Ringrazio  mio padre di avermi lasciato libero nella vita e di non avermi mai dato spinte». E se un giorno Federico (posso dire il nome?) ti chiedesse una raccomandazione? «Spero di averlo educato a non chiedere mai raccomandazioni. Comunque se lo facesse, gli direi di no». Farai pure progetti su di lui... «Non so, c'è tanto tempo davanti. Sicuramente non voglio che faccia politica ma un lavoro più normale con frequentazioni più normali e orari più normali». Credevo lo educassi a pane e Padania. «È stato in Padania, mi chiede spesso del mio lavoro, ha i miei volantini in camera e, ogni tanto, viene con me agli incontri. Ha conosciuto anche Bossi e a scuola mangia solo grana padano. Più di questo non faccio. Scherzi a parte, l'unica cosa cui lo educo veramente è il Milan». Parli da deluso della politica. «Figurati, ho sempre avuto una gran passione per la politica. Ho iniziato a 17 anni, praticamente bambino. Ma checché ne dicano, casta e mica casta, è uno sbattimento pazzesco. Un giorno sei a Parigi, un giorno a Bruxelles... non hai più una vita privata. Vuoi mettere invece se fa l'ingegnere o l'architetto?». Non sarai uno di quei papà che liceo o nisba. «Federico farà quel che vuole... per me va bene tutto». Però hai detto architetto o ingegnere. È solo un caso? «Per quanto mi riguarda può smettere di studiare a 13 anni, fare il geometra o anche il contadino. Non sarò certo io a oppormi». Mai avuto crisi? «Sono un padre separato. Ovvio che qualche difficoltà c'è stata ma Federico adesso è un ragazzino sereno. Lo vedo un week end sì e uno no  e una sera a settimana. Chiaro che se con mamma va al mare con papà si va solo in Valcamonica». Lo sgridi spesso? «Quando ci vuole. E quando siamo a tavola. Perché mangerebbe solo cotolette e patate». Sembri severo. «Ho semplicemente le mie regole. Il week end, per esempio, gli vieto di guardare la tv più di due ore se no rincoglionisce. E poi, giuro, se un giorno lo vedo fumare mi incazzo». Ma è vero che sei diventato il paladino dei papà antismog? «Ebbene sì. E penso che l'area C di Pisapia sia una sonora cazzata». di Simona Bertuzzi

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