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Per Obama votano gli zombie Nelle liste 2 milioni di morti

Scandalo elettorale a stelle e strisce: c'è un esercito di votanti senza vita. E una registrazione su otto risulta irregolare

Andrea Tempestini
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Morti che votano, elettori registrati in più di uno Stato, trasferimenti di abitazioni non segnalati, errori nella trascrizione degli indirizzi. Se i sistemi democratici si basano sulla corretta e più larga possibile partecipazione al voto, l'America di strada ne ha da fare ancora tanto, dice uno studio dell'istituto di ricerche Pew riportato ieri da Josh Lederman sul sito di informazione politica The Hill. Circa due milioni di americani morti risultano invece attivamente “vivi” nelle liste dei votanti registrati, dice la ricerca. Una sorta di zombie elettorali insomma, ai quali va aggiunto che   che circa una ogni otto registrazioni è «non valida» o ha «importanti errori».  In compenso, gli Usa spendono più soldi per tenere in piedi la macchina della burocrazia elettorale di quanti ne spenda il Canada, ma ottenendo risultati peggiori.  Un precedente studio della Pew, del 2008, aveva scoperto che in due Stati campione, l'Oregon e il Wyoming, le autorità locali spendevano circa 4 dollari pro capite per mantenere aggiornate le liste, mentre il costo nel vicino Canada era di 35 centesimi a testa, un dodicesimo.Nello studio appena reso pubblico si citano ritardi nello sfruttamento delle migliori tecnologie, con il risultato che gli Stati Uniti sono sempre in arretrato sull'obbiettivo di mantenere affidabili gli aggiornamenti dei database. Il tutto, si sa, in una nazione in cui molti Stati hanno ancora una legislazione, fortemente difesa da Obama e dal suo ministro della Giustizia Eric Holder, che vieta la presentazione obbligatoria di un documento di identità con la fotografia quando ci si presenta al seggio per votare. Dallo studio è emersa anche la piaga dei voti multipli e della trascuratezza degli impiegati nel compilare le liste o nel verificare la correttezza dei nomi. I cittadini registrati e abilitati a votare in almeno due Stati sono infatti circa tre milioni, e ad essi i ricercatori delle magagne hanno aggiunto una dozzina di milioni di persone che hanno indirizzi vecchi o con errori di ortografia o altri difetti. Con tutta probabilità la imprecisione dei recapiti finisce per rendere questi potenziali votanti  irraggiungibili dalle comunicazioni legate alla procedura delle elezioni e alla legittima propaganda dei candidati. Infine, un americano su quattro che è abilitato a votare, cioè è maggiorenne e non ha altri impedimenti di legge, non risulta registrato nelle liste. E questo è un passo obbligatorio per esercitare il diritto di voto. In numero, sono intorno ai 51 milioni quelli che non sentono il bisogno di scegliere un presidente gradito, né di mandarne a casa uno sgradito. di Glauco Maggi

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