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Pisapia uccide il Carnevale diventa "festa dei popoli"

L'ultima follia del sindaco comunista: celebrazioni organizzate dall'Arci. E ci sarà pure un corteo di immigrati

Matteo Legnani
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Dimenticate il Carnevale di quando eravate bambini, quando le vostre nonne impiegavano settimane per cucire l'abito perfetto. Le bambine erano tutte principesse, i maschi cavalieri erranti, cowboy, astronauti. Ora tutto questo non va più di moda, nella patria del Carnevale ambrosiano, la milanesità si va perdendo, persino il nome viene spazzato via. Da oggi in poi il Carnevale a Milano sarà la “Festa dei popoli”, un mix di culture diverse, balli e canti degli stranieri che vivono in città. Presenti anche Meneghino e Cecca (le tradizionali maschere), ma ormai sono figure relegate in fondo al corteo. Il Carnevale cambia il nome e anche la sua identità, una festa arancione organizzata in gran parte da uno dei maggiori supporter della nuova giunta, l'Arci, che ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi la gara per la creazione della grande festa finale di sabato 25 febbraio. La festa inizierà, come di tradizione, martedì prossimo nelle periferie, «Abbiamo dato a ogni Zona 3000 euro», ha spiegato l'assessore al Decentramento Daniela Benelli. Soldi che rientrano nel budget totale di 290.000 euro, 185.000 dei quali euro sono quelli stanziati secondo un bando di gara. Ai partecipanti si indicava il tema, si davano a disposizione 10 giorni (pochi rispetto alle altre gare) per potere depositare il progetto per la festa finale di sabato pomeriggio in piazza Duomo. Nove società hanno partecipato, alcune sono state escluse, in 5 hanno gareggiato effettivamente. Tra di loro anche nomi già sentiti nel panorama degli eventi milanesi per avere organizzato manifestazioni anche con la passata amministrazione comunale. Ma a spuntarla con il punteggio più alto è stato un gruppo di tre associazioni, il cui capofila è l'Arci. Un carnevale dai colori diversi, ma dove i protagonisti sono sempre gli stessi. «Il primo carnevale non Ambosiano ma extracomunitario sarà, come da programma e da chi lo gestirà e cioè l'Arci, ricordato come il primo in cui i protagonisti saranno non le maschere tradizionali, ma i canti e i balli con sfilate di extra-comunitari». Per il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo De Corato «Pisapia è riuscito a stravolgere anche il Carnevale che, lo ricordiamo, si chiama Ambrosiano e non cinese, senegalese o persiano». Cinque piazze del centro saranno il palcoscenico di nazionalità diverse e tutto coinvolgerà in piazza Duomo con una sfilata di carri. «Sarà “un vero e proprio carnevale dei popoli - ha detto Stefano Boeri, assessore alla Cultura - un carnevale nuovo che rappresenta festosamente il carattere cosmopolita della nostra città». «Abbiamo voluto che questo carnevale nascesse dal basso – sottolinea Chiara Bisconti, assessore al Tempo libero - con le proposte e le idee di associazioni e artisti». Un cambiamento non visto di buon occhio da chi da sempre difende le identità cittadine: «Prima hanno trasformato il Natale in una festa sotto tono, togliendo le luci – ha detto Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega Nord – ora cambiano i connotati anche al Carnevale. Spiace che cerchino sfumature politiche anche dove non è necessario, così come la gara vinta dall'Arci con un bando scritto su misura per loro. Chissà se, a questo punto, resteranno nei nostri negozi le chiacchiere e le frittelle – chiosa Iezzi – probabilmente saranno rimpiazzate in qualche dolce tipico africano».  

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