Cerca
Cerca
+

Italia col freno a mano tirato Nel 2011 Pil in calo a +0,4%

Istat, il prodotto interno lordo cresce ancor meno rispetto a ultima previsione dello 0,6%. Migliora rapporto deficit-Pil

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

La crescita italiana, come da previsioni, rallenta. La situazione viene fotografata dalle rilevazioni dell'Istat, che ha diffuso i dati sul Pil 2011, in crescita dello 0,4% rispetto all'ultima previsione dello 0,6% (nel 2010 l'incremento percentuale era stato dell'1,8%). Dati poco incoraggianti, e sui quali gli effetti della manovra tutta tasse del governo Monti, il "Salva-Italia" varato a dicembre", hanno avuto effetti marginali poiché varata negli ultimi giorni dell'anno. Deficit-Pil - Migliora il rapporto deficit-Pil, che nel 2011 si è attestato al 3,9 per cento. Nel 2010 il rapporto è stato del 4,6%: sensibile il miglioramento. Le ultime stime diffuse dal governo prevedevano un rapporto nel 2011 pari al 3,8 per cento. Nel 2011, al contrario, il rapporto tra debito pubblico e Pil, in Italia, sale al 120,1%: si tratta del record dal 1996 (nel 2010 il rapporto era stato pari al 118,7%). Spesa delle famiglie - Indicazioni poco incoraggianti arrivano anche dai dati sulla spesa per i consumi finali delle famiglie nel 2011, che ha mostrato un incremento in volume dello 0,2%, una variazione sensibilmente più contenuta rispetto a quella del 2010, quando fu dell'1,2 per cento. A trainare i consumi è stata soprattutto la spesa per i servizi (+1,6%), mentre il consumo di beni è diminuito (-0,9%); particolarmente marcata nella media dell'anno è stata la flessione della spesa per i generi alimentari (-1,3%). Pressione fiscale - Per quel che concerne il 2010, cala invece lievemente la pressione fiscale complessiva, ossia l'ammontare delle imposte dirette e indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil, risultata pari al 42,5%, in riduzione di 0,1 punti percentuali rispetto al 2010. Per il 2010, però, sempre per gli effetti del "Cresci-Italia", la musica è destinata a cambiare, e la pressione fiscale a crescere.

Dai blog