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Monti ha firmato patto fiscale Spagna fa già i capricci

L'accordoimpone ai Paesi Ue il pareggio di bilancio in tempi brevi; ma il presidente spagnolo Rajoy ha detto che non rispetterà il programma

Lucia Esposito
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La Germania ha imposto la sua legge al resto d'Europa. E' stato firmato il patto sul «fiscal compact» che impone ai Paesi Ue il pareggio di bilancio in tempi brevi. Esattamente come avviene a Berlino che, addirittura, conserva questo vincolo nella Costituzione. Un sistema per allontanare il ricordo della iper-inflazione come ai tempi della Repubblica di Weimar. Un ordine che si è trasformato in una camicia di forza per il resto d'Europa. Non a caso hanno firmato in venticinque: Gran Bretagna e Repubblica Ceca si sono alzate dal tavolo. Un ritiro annunciato. A rovinare la festa, invece, è stata la Spagna. Il presidente Mariano Rajoy ha annunciato che il suo Paese non rispetterà il programma di risanamento.  Dovrebbe chiudere il 2012 con un deficit al 4,4% del Pil. Si fermerà al 5,8%. Il primo ministro è stato esplicito. Non se la sente di imporre ancora sacrifici al popolo spagnolo. Il 2011 ha registrato un Pil in diminuzione dell'1,7% e 630 mila disoccupati. Il deficit è salito all'8,4%. Per rispettare i patti dovrebbe caricare nuovi pesi sulla stanca economia spagnola. Improponibile. Una sfida all'Europa che ha avvantaggiato l'Italia. Siamo i soli a fare diligentemente i compiti. L'Istat ha fornito ieri le cifre del risanamento. Il Pil è salito dello 0,4%. Un risultato peggiore delle previsioni (+0,6%) e del 2010 (+1,8%). Tuttavia è ancora una variazione positiva che favorisce il taglio del deficit. Il 2011 si è chiuso con un rapporto del 3,9% che, oltre ad essere il migliore d'Europa, segna una forte diminuzione sul 2010 (4,6%). Vuol dire che la previsione di arrivare al pareggio l'anno prossimo è più che credibile. Un lavoro di ristrutturazione fatto in gran parte da Tremonti e Berlusconi di cui però il merito andrà al governo dei professori. Il mercato ha immediatamente apprezzato tanto che il differenziale con i bund è sceso a 309 punti agganciando gli spagnoli. I Btp rendono il 4,90% e i Bonos il 4,91%. Il primo sorpasso dopo sette mesi. E' vero che il debito continua a crescere arrivando al 120% del Pil (era il 118%). Ma la differenza è frutto dell'impennata dei rendimenti dei titoli di Stato che si è registrato nella seconda metà dell'anno. La stabilizzazione porterà ad un miglioramento anche su questo fronte. Così, alla fine Monti può cominciare a dare qualche lezione alla Merkel invitando la Germania ad avviare un piano di liberalizzazioni come l'Italia. Si torna a parlare di crescita Nino Sunseri

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