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Tessera, il rossonero Maroni contro Cancellieri ultrà Roma

Abolita la tessera del tifoso, sì alla fidelity card. Bobo: "Vincono i violenti, colpa del ministro tifosissima dei giallorossi"

Matteo Legnani
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Finisce in polemica politica il "pensionamento" della tessera del tifoso, che il ministero dell'Interno ha annunciato di voler sostituire con una "fidelity card". L'ex inquilino del Viminale (nonchè "padre" della tessera del tifoso", il leghista Roberto Maroni, attacca la sua successora Annamaria Cancellieri: "Hanno vinto le tifoserie ultras e violente e quelle società di calcio come la Roma, di cui è tifosissima la ministra Cancellieri, che mai avevano accettato le regole". La tessera era stata istituita per garantire più sicurezza negli stadi e al fine di identificare i tifosi di una squadra calcistica da parte della Questura. Secondo gli intenti dei promotori, la tessera avrebbe avuto numerosi benefici tra cui la creazione della categoria degli spettatori ufficiali per ogni squadra e soprattutto l'esclusione dei soggetti sottosposti a Daspo o a condanne per altri reati da stadio. Il 21 giugno 2011 era stato firmato un protocollo di intesa tra l'ex ministro Maroni e i presidenti di Coni, Figc, Serie A, B e Lega Pro, che introduceva una serie di novità. Le trasferte e gli abbonamenti, ad esempio, venivano riservati unicamente ai possessori della tessera del tifoso. Queste normative non erano piaciute al mondo degli ultras che più volte avevano protestato contro la tessera ritenuta "un provvedimento da Ventennio". Ma il sistema funzionava e sorprende quindi il suo superamento a così poco tempo dall'introduzione.  

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