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Doppia pensione ai politici Bassolino & C. sono 200

Nel nuovo libro di Mario Giordano l'ultimo scandalo degli onorevoli che prendono il vitalizio sia dal Parlamento sia dalle Regioni

Nicoletta Orlandi Posti
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Vi siete arrabbiati per le pensioni ai parlamentari? Bene, ecco a voi un nuovo scandalo: quelli che prendono  la doppia pensione, da parlamentare e da consigliere regionale: Mario  Capanna (4725 euro più 5mila euro), Giuseppe Guzzetti (4725 euro più 8mila euro), Paris Dell'Unto (3978 euro più 4000 euro), etc.  Ne parla Mario Giordano, autore del best seller Sanguisughe, nel suo nuovo libro,  “Spudorati” (Editore Mondadori, 18 euro), in libreria da ieri. Se vi eravate indignati per le 2330 pensioni pagate ai parlamentari, se vi eravate indignati a sapere che spendiamo 219 milioni l'anno per pagarle e che solo 15 milioni sono di contributi versati dai parlamentari (gli altri 204 a carico dei contribuenti), se pensate che quello dei vitalizi ai parlamentari sia un privilegio assurdo e da abolire immediatamente,  ebbene sappiate che non solo esso non è stato per nulla abolito ma, al contrario, trova ampi seguiti in periferia. Alle 2330 pensioni degli ex parlamentari vanno aggiunte infatti le 3183 degli ex consiglieri regionali, ai 219 milioni di euro dilapidati per le prime vanno aggiunti i 168 milioni dilapidati per le seconde. Il giorno in cui le avremo abolite entrambe, sarà sempre troppo tardi. Privilegiati - Fra l'altro, scandalo nello scandalo, ci sono almeno 200 ex che stanno in entrambi i grupponi di privilegiati e prendono così una doppia ricca pensione, da parlamentari e da consiglieri regionali, come se avessero vissuto due volte. I due volte mantenuti sono 31 in Campania, 18 nelle Marche, 17 in Piemonte… Fra di loro anche alcuni personaggi celebri come l'ex leader del Movimento studentesco Mario Capanna (5000 euro lordi da ex consigliere regionale della Lombardia, 4725 euro da ex parlamentare), il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti (8000 euro da ex consigliere regionale della Lombardia e 4725 euro da ex parlamentare), il leader referendario Mariotto Segni (9947 euro da ex parlamentare, non è noto l'ammontare di quella da ex consigliere regionale della Sardegna), l'ex ministro Nicola Mancino (9947 euro da ex parlamentare, non è noto l'ammontare di quella da ex consigliere regionale della Campania), mister «centomila preferenze» Alfredo Vito (4800 euro da ex parlamentare e 3600 euro da ex consigliere regionale della Campania), Giulio Maceratini (9947 da ex parlamentare e 5610 da ex consigliere regionale del Lazio), Antonio Bassolino (non è noto l'ammontare di nessuna delle due pensioni), l'ex governatore di An Antonio Rastrelli (9387 euro da ex parlamentare, non è noto l'ammontare di quella da ex consigliere regionale della Campania), l'ex sottosegretario Isaia Sales (4725 da ex parlamentare, non è noto l'ammontare di quella da ex consigliere regionale della Campania), il primo governatore della Lombardia Piero Bassetti (3978 euro da ex parlamentare, 4000 euro da ex consigliere regionale della Lombardia), l'ex craxiano Paris Dell'Unto (8455 euro da ex parlamentare e 9000 euro da ex consigliere regionale del Lazio), l'ex ministro Ortensio Zecchino (8455 euro da ex parlamentare, non è noto l'ammontare di quella da ex consigliere regionale della Campania), Elio Veltri (3108 da ex parlamentare, 4000 da ex consigliere regionale della Lombardia) e Giovanni Russo Spena. Quest'ultimo, fra l'altro, di pensioni ne prende addirittura tre: una da ex professore universitario (3250 euro lordi), una da parlamentare (4725 euro lordi) e una da ex consigliere regionale (3000 euro lordi), in tutto oltre 11.000 euro lordi. Chissà che ne pensa sua figlia, una delle leader del movimento degli indignados anticasta… Ossimori siciliani - Fin qui le doppie (e triple) pensioni. S'intende che le pensioni cessano se uno ricomincia a prendere lo stipendio da parlamentare o da consigliere. Ma (udite udite) 13 parlamentari siciliani sono riusciti anche nella meravigliosa impresa di figurare nello stesso tempo come deputati in carica ed ex deputati, sommando stipendio da parlamentare e vitalizio da ex onorevoli dell'Assemblea regionale siciliana. Una specie di ossimoro vivente garantito da una norma speciale in salsa palermitana. La denuncia dello scandalo (ogni tanto serve…) ha provocato un intervento che, con il minimo sindacale del buon senso, nel gennaio 2011 ha cancellato la follia introducendo un principio di banale normalità: o uno è deputato o uno è ex deputato. Le due cose insieme sono piuttosto incompatibili, non vi pare? Ma non è così facile introdurre il buon senso nel nostro Paese. Infatti, 6 dei 13 parlamentari siciliani nell'agosto 2011 hanno presentato ricorso alla Corte dei Conti per riavere di nuovo accesso al cumulo di assegni. Gli spudorati non si arrendono facilmente. Sono ostinati nel difendere i loro privilegi. I sei recordman della faccia tosta meritano ovviamente di essere citati per nome e cognome: sono Calogero Mannino del Gruppo misto, Giuseppe Firrarello (Pdl), Vladimiro Crisafulli (Pd), Salvo Fleres (Forza del Sud), Sebastiano Burgaretta (Pdl) e Alessandro Pagano (Pdl). Da notare, come sempre, una certa trasversalità: quando c'è da difendere denari e benefit connessi, non c'è differenza di schieramento né di casacca. Inoltre non deve sfuggire il fatto che alcuni di questi spudorati sono piuttosto giovani per la pensione: Fleres ha 55 anni, Pagano appena 52. Come si fa a pretendere, a 52 anni, di cumulare indennità da deputato nazionale e pensione da deputato regionale? «È un nostro diritto acquisito, i diritti acquisiti non si toccano…» ripetono loro, con il solito mantra. Diritti acquisiti, proprio così. Come se avessero lavorato 35 anni alla catena di montaggio della Breda. di Mario Giordano

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