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Goldman, banchiere accusa: Clienti? Li chiamiamo pupazzi

Un dipendente scrive al New York Times: in banca l'ambiente mai stato più tossico e distruttivo come ora. Unico scopo: fare soldi

Lucia Esposito
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Nel suo ultimo giorno di lavoro si è tolto uno ad uno i sassolini dalle scarpe. Ha preso carta e penna, anzi, ha acceso il pc e ha cominciare a vuotare il sacco, a dire tutte quelle cose che pensava da un po' e che ora, libero da obblighi contrattuali, ha detto. Non solo. Il dipendente di Goldman Sachs ha spedito la lettera al New York Times perché tutti sapessero.  Greg Smith, capo dei derivati in Europa, Africa, Medioriente, parla di «un ambiente mai stato più tossico e distruttivo come ora» e che avrebbe smarrito l'etica e la cifra che un tempo ne faceva un' istituzione del paese.«Fare soldi» sembra oggi l'unica mission da inseguire anche a spese dei clienti che alcuni in banca chiamerebbero «muppets», pupazzi. LA difesa - « «Tutti hanno diritto alla propria opinione» e che in un'azienda con oltre 30.000 dipendenti ci possono essere malumori è prevedibile «ma è una cosa spiacevole quando uno parla a voce più alta del normale e dalle pagine di un giornale>, ha fatto sapere la banca.  

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