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Emiliano, ecco il sindaco Pd che imbarazza la sinistra

Intercettazioni, emerge che il sindaco nominò come responsabile delle gare un sodale dei Degennaro. Pm: "Organico"

Lucia Esposito
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Michele Emiliano, sindaco di Bari, non è indagato nell'inchiesta che sta facendo traballare il municipio del capoluogo pugliese - e su questo punto si dev'esser chiari. Certo è che, dal punto di vista politico, l'imbarazzo del primo cittadino aumenta ogni giorno di più. Più che altro per gli stretti rapporti intrattenuti nel tempo con i Degennaro, la famiglia d'imprenditori al centro dell'indagine. I titolari del gruppo di costruzioni Dec sono a vario titolo accusati di corruzione e frode in pubbliche forniture e falso e truffa e abuso d'ufficio, in sostanza l'ipotesi d'accusa è che abbiano truccato gare d'appalto, gonfiato i costi per l'amministrazione comunale, realizzato opere diverse da quelle previste dai capitolati municipali anche a discapito della sicurezza - due di loro, Daniele e Gerardo (quest'ultimo anche consigliere regionale del Pd pugliese), agli arresti domiciliari, e Vito, considerato il patron dell'azienda, indagato. Nel mirino della Procura sono poi finiti anche altri professionisti e soprattutto dirigenti e funzionari comunali, considerati veri e propri «agenti» dei Degennaro all'interno degli uffici municipali. Incontri e aiuti E però anche sotto questo punto di vista il sindaco, poco tempo fa classificatosi al terzo posto fra i primi cittadini italiani col più alto gradimento, viene di fatto «bacchettato» dai magistrati. Basta leggere l'ordinanza con cui sono state chieste le misure di custodia cautelare per rendersene conto. Per dire: un intero capitolo del documento è dedicato ai rapporti fra i Degennaro e lo stesso sindaco Emiliano, «incontri che, a sentire le conversazioni, avvenivano non di rado». Qui si ventilano gli «aiuti elettorali» di cui Libero ha scritto ieri, e si ricorda l'ormai famosa mega-fornitura di pesce e champagne disposta in favore del sindaco. (In questo senso, anche se con quest'inchiesta nulla c'entra, è curioso notare che destinatario di ugual presente da parte dei Degennaro è stato anche Alberto Tedesco, nel 2005 assessore regionale alla Sanità della giunta Vendola e in seguito coinvolto nell'altro scandalo pugliese relativo alle forniture sanitarie pilotate: dimessosi da assessore e però diventato senatore del Pd, per Tedesco - nel frattempo passato al gruppo misto - i pm hanno inoltrato due richieste d'arresto al Parlamento, entrambe respinte). Rapporti pericolosi Tornando all'inchiesta di Bari, dicevamo di come Emiliano sia citato anche in relazione al ruolo di altri indagati. Nel senso: un altro paragrafo è dedicato a Vito Nitti, figura chiave dell'inchiesta nel suo ruolo di responsabile unico degli appalti del Comune di Bari - e anch'egli attualmente ai domiciliari. Secondo i magistrati Nitti «è senza dubbio un sodale dell'associazione indagata all'interno dell'amministrazione comunale. Il suo ruolo di dirigente apicale è risultato di fondamentale importanza per il compimento del disegno criminoso, tant'è che proprio nel suo ufficio si sono tenute molte delle riunioni riservate dell'associazione per definire le strategie per aggiudicarsi illecitamente gli affidamenti dei lavori pubblici e successivamente garantirne l'immunità di fronte a violazioni commesse nella esecuzione dei lavori. Ma al di là del fatto logistico, è lo stesso Nitti ad intendere e interpretare il suo ruolo come soggetto organico al gruppo Degennaro. Sono innumerevoli le conversazioni telefoniche ed ambientali da cui emerge, chiaramente, la considerazione che il Nitti ha della sua funzione di pubblico ufficiale al servizio degli interessi dell'associazione indagata e non dell'amministrazione comunale». Sostituzioni D'altro canto, ecco poi che cosa scrivono i pm in ordine alla nomina di Nitti in sostituzione della precedente dirigente. «Alla dirigente, distaccata presso il Comune di Bari dal 12 agosto 1998, non verrà riconfermato l'incarico di comando in scadenza il 31.12.2006. Al suo posto, con ordinanza n. 340372 del 28.12.2006, «sentito il direttore generale», il sindaco conferirà all'ing. Vito Nitti l'incarico di direttore della Ripartizione Lavori Pubblici in sostituzione di Annarosa Marzia. Gli elementi acquisiti confermano che la scelta del sindaco Emiliano non era fondata da ragioni di valorizzazione delle professionalità, ma al contrario proprio dalla piena capacità di Vito Nitti di soddisfare le esigenze della politica oltre che dalla specifiche pressioni dei Degennaro. Così emergeva anche dalle intercettazioni a carico del vice sindaco Martinelli, che appunto nella telefonata n. 1538 del 9.10.2006 Rit 1770106, all. 1251,  confida «sul piano amicale» a Nitti che la scelta del sindaco (su sollecitazione proprio dei Degennaro, come si è visto nello specifico paragrafo della informativa) era stata dettata dalla ampia disponibilità del dirigente: “Tu alla fine qualche volta (pausa) non è che fai atti illegittimi, però fino al massimo ci arrivi” … “bravo, bravo, è quello che poi in fondo in fondo noi chiediamo, perché non è che chiediamo la luna nel pozzo”». Dunque, perlomeno stando a quanto scrivono gli inquirenti, il sindaco Emiliano sceglie Nitti non per la professionalità, ma per i suoi contatti politici e in seguito alle «pressioni» dei Degennaro. E anche la frase del vicesindaco («…tu alla fine qualche volta… non è che fai atti illegittimi, però fino al massimo ci arrivi…») suona quantomeno sibillina. di Andrea Scaglia

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