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La Cgil sempre più isolata minaccia: "Pronti a tutto"

Il direttivo del sindacato ha deciso otto ore di sciopero generale contro la riforma. "Non digeriamo la cancellazione dell'art.18"

Nicoletta Orlandi Posti
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Otto ore di sciopero generale contro la riforma del mercato del lavoro. E' la proposta del segretario confederale Fulvio Fammoni, che ha introdotto il direttivo della Cgil. La data sarà definita sulla base del calendario della discussione della riforma in Parlamento. Nello stesso giorno si terranno manifestazioni territoriali. Un pacchetto di altre otto ore di sciopero è stato proposto per le assemblee. Ieri la Camusso, all'uscita dall'incontro con il governo aveva annunciato: "Faremo tutto quello che serve per   contrastare questa riforma. E non sarà una cosa di breve periodo".   La Cgil, per questo, si è riunita per "decidere come accompagnare questa stagione rispetto alla quale faremo tutte le necessarie   proposte per essere alle testa di un movimento che riporti il lavoro come tema centrale".  "Non digeriamo la cancellazione dell'art. 18 e la mobilitazione è necessaria", ha ribadito oggi Carla Cantone, segretario generale Spi - Cgil, ai microfoni di Agorà su Rai Tre. "E' grave - ha aggiunto - la divisione che si è creata con Cisl  e Uil, mi auguro però che si possa ricominciare a comprenderci soprattutto per i lavoratori". "Pronti alla battaglia"  - Nel pomeriggio di mercoledì la Cgil ha rincarato la dose. A prendere la parola il segretario della Cgil, Susanna Camusso: "Il governo sembra voler portare in Asia l'immagine di un paese in cui si può licenziare facilmente. Siamo di fronte a un esecutivo che scarica su lavoratori, pensionandi e pensionati -ha aggiunto il  segretario Cgil nel corso di una conferenza stampa- il peso del risanamento e mostra di non aver attenzione alla coesione sociale". Secondo la Camusso "la nuova struttura dell'articolo 18 cambia i rapporti di potere nei luoghi di lavoro. Si riduce in debolezza il lavoratore. Si potrebbe determinare verso i lavoratori più deboli e in difficoltà un uso indiscriminato dei licenziamenti per motivi economici. La scelta sui licenziamenti facili - ha concluso la Camusso - non è una manutenzione dell'articolo 18, ma così si toglie la deterrenza rispetto ai licenziamenti, si fa venir meno lo strumento di deterrenza rappresentato dall'articolo 18". La Cisl frena - Immediata la replica del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni:  "Fino all'altro ieri mi sembrava   che la Camusso volesse trovare soluzioni con Cisl e Uil, poi non ho   capito che è successo" proprio mentre "aumentavano le sicurezze per i  lavoratori", ha detto a Radio anch'io. "Ciascuno deve prendersi le responsabilità in un   momento così grave". Nella riforma del lavoro, ha affermato, "non c'è solo   l'articolo 18" ma evidentemente "ci sono alcuni che vogliono   utilizzare" la trattativa "per loro vicende politiche e ideologiche".   Per Bonanni chi firmerà l'accordo "passerà alla storia per non aver   distrutto il movimento sindacale e la possibilità di contrattare"

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