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Insalata, l'allarme americano: "Non fa dimagrire"

Lucia Esposito
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Da sempre celebrata, esaltata l'insalata adesso finisce sotto accusa. Il sospetto sulle sue foglie verdi è che tutto quello finora sappiamo e ci hanno detto non sia più vero.  A denunciare l' insalata  è stata nei giorni scorsi Tamar Haspel sul Washington Post , seguita poi dal Guardian. L'accusa è soprattutto di tipo ecologia perché per coltivare l'insalata in quantitià industrarli si utilizzano tante risorse idriche. Inoltre costa troppo e ha poche sostanze nutritive. Molto meglio il cavolo. Non solo. Noi pensiamo che sia dietetica: ma se la condiamo con  crostini fritti, bacon a volontà e litri di olio.. è tutt'altro che ipocalorica e diventa come un piatto di pasta. Il Corriere della Sera ha intervistato Andrea Segè, ordinario di Politica agraria interazionale a Bologna e fondatore di Last Minute Market. "Sprechiamo molti ortaggi, è vero. Gli ortaggi confezionati, pone qualche problema: l' insalata in busta si degrada velocemente e si finisce per gettarla spesso nella spazzatura. Molti, poi, preferiscono rilavarla a casa, finendo per consumare il doppio dell' acqua necessaria". Ma avverte: non per questo dobbiamo demonizzare un alimento che resta importante."A differenza degli Stati Uniti - dice la giornalista Jeanne Perego, autrice del blog Insalatamente al Corriere -  ci stiamo abituando a mangiare prodotti locali e di stagione, meno inquinanti». Per esempio la cicoria in primavera, la lattuga in estate e il radicchio in autunno.

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