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Dalle Barbie al genio di Gauguin: ecco le mostre del nuovo Mudec

Nicoletta Orlandi Posti
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Arriva il Mudec. Dopo sei mesi di apertura eccezionale per Expo 2015, il prossimo 28 ottobre aprirà definitivamente le sue porte il nuovo museo delle culture di Milano. Diciassette mila metri quadri distribuiti in via Tortona 56, nell'area industriale dismessa delle ex officine Ansaldo e una particolarità: l'ingresso (fissato a 5 euro) sarà gratuito fino al 31 agosto 2016. Il progetto del Mudec nasce nel 1990 quando il Comune acquistò l'ex area industriale per riconvertirla in una destinata ad attività culturali: oggi è un polo multidisciplinare dedicato alle testimonianze e alle culture del mondo. Al suo interno una collezione permanente composta da oltre 200 opere entrate a far parte del patrimonio del Comune di Milano in momenti storici diversi. Un percorso importante, suddiviso in sette tappe raccolte in quattro sale differenti e pronte ad accompagnare i visitatori in un viaggio nel tempo dal XVII secolo fino ai giorni nostri. Oltre alla collezione il Mudec aprirà una biblioteca specializzata nella raccolta e conservazione di materiale bibliografico sull'arte e la cultura etnografica che vanterà un patrimonio di oltre 4mila tra opere e fondi accessibili al pubblico su appuntamento. Ci sarà poi un'area ristoro dotata di un caffè e un bistro accessibile al piano terra della struttura e un'area di 200mq interamente dedicata ai bambini, denominata Mudec Junior, destinata a ospitare esposizioni temporanee annuali dedicate alla scoperta delle culture contemporanee extra-occidentali. Il museo aprirà ufficialmente il prossimo 28 ottobre con quattro differenti mostre. In cartellone, oltre a «Barbie - The Icon» (ingresso 10 euro fino al 13 marzo) dedicata alla storica bambola scelta per il suo ruolo di icona in tutto il mondo e per aver abbattuto ogni frontiera linguistica, culturale, sociale e antropologica, c'è anche «Gauguin - Racconti dal Paradiso» (ingresso 12 euro fino al 21 febbraio): una raccolta di 70 opere, capolavori pittorici, scultorei, artefatti polinesiani e immagini di documentazione dei diversi luoghi visitati dall'artista. Poi «A Beautiful Confluence - Anni e Josef Albers e l'America latina» (gratuita e fino al 21 febbraio) e «Milano Città del Mondo parte 1 - Eritrea ed Etiopia» (ingresso libero fino al 1 gennaio). di MARIANNA BAROLI

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