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Il Master in filosofia del cibo e del vino dà mille opportunità

Davide Locano
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Un corso di studi che dà la possibilità di trasformare la propria passione per il cibo e per il vino in un lavoro. Sono aperte fino al 25 gennaio ai laureati di tutte le discipline le iscrizioni per la nuova edizione del master di primo livello in Filosofia del Cibo e del Vino. Nato dalla collaborazione tra le imprese vitivinicole del Gruppo ISWA – Italian Signature Wine Academy, il centro di ricerca Diaporein della Facoltà di Filosofia dell'Università Vita- Salute San Raffaele, il master arriva alla sua quarta edizione e amplia la sua offerta formativa. In un anno, 360 ore di didattica concentrate nei fine settimana e 300 ore di stage. Tre le anime del corso: una filosofica e antropologica per fornire solidi strumenti culturali sulla valenza simbolica di cibo e vino; una tecnica, in collaborazione con le aziende partner, che offrirà le competenze sulla filiera agroalimentare, sullo sviluppo imprenditoriale e l'internazionalizzazione del prodotto italiano; infine un'officina della comunicazione, in cui i partecipanti sperimenteranno cosa significhi comunicare oggi il cibo e il vino, imparando a costruire una strategia di promozione, sia tradizionale sia digitale, e a creare uno storytelling avvincente. Nella nuova edizione del master presteranno la loro esperienza del settore anche Andrea Berton, Alessandro Borghese, Lucio Cavazzoni, Ernst Knam, Niko Romito, Guido Tommasi. Il corso è diretto dal filosofo Massimo Donà e condiretto da Angela Frenda responsabile di “Cook”, tra i docenti c'è anche Massimo Cacciari. Un comparto, quello agroalimentare, in espansione in Italia e nel mondo: +1,8% le esportazioni del cibo made in Italy nel 2018, per un valore di 41,8 miliardi di euro (fonte Coldiretti) – e con un tasso di occupazione che è cresciuto del +4,8% nel 2018 (fonte Ufficio Studi Confartigianato). Chi segue un percorso formativo nel campo del food,secondo Almalaurea, nel 64,1% dei casi lavora stabilmente già a un anno dal conseguimento del titolo di studi; dopo 5 anni, la percentuale sale all'85,5%. Dati rispecchiati dal placement di chi ha già frequentato le prime edizioni del master. «Si sentiva la mancanza di una figura professionale che unisse, alle competenze tecniche, una consapevolezza più ampia, capace di connettere le eccellenze enogastronomiche italiane al contesto storico-culturale-artistico di cui le medesime sono sempre “anche” espressione. Ciò che ha consentito la convergenza, in questo master, di università e mondo produttivo è il proposito far comprendere al mercato internazionale che il made in Italy, insieme alla sua qualità, esporta cultura e uno straordinario valore storico e paesaggistico. Sapere e saper raccontare non possono non andare di pari passo», spiega Massimo Donà. Per informazioni e iscrizioni: [email protected] e [email protected] o https://www.unisr.it/offerta-formativa/master

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