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Milano, Gabriele Albertini si ritira dalla corsa a sindaco: ecco chi può diventare lo sfidante di Beppe Sala

Massimo Costa
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Gabriele Albertini non farà il terzo mandato da sindaco di Milano. La rinuncia, ufficializzata attraverso una lettera a Libero, riapre la corsa nel centrodestra per trovare lo sfidante di Beppe Sala. Inutile negarlo: il corteggiamento di Matteo Salvini all'ex primo cittadino - regista della rinascita di Milano durante i 9 anni di amministrazione dal 1997 al 2006 - aveva riacceso l'entusiasmo nel campo dell'attuale opposizione di Palazzo Marino.

Albertini era un candidato forte (i sondaggi lo davano testa a testa con Mister Expo ancor prima di scendere in campo e di avviare la campagna elettorale), popolarissimo e in grado di rubare voti in quei settori di elettorato dove Sala e il Pd sono più forti (il centro storico).  E adesso? A 5 mesi dalle elezioni, con una campagna anomala per via delle restrizioni legate al Covid, i partiti torneranno a ragionare sui nomi che erano in campo prima del «ciclone Albertini». La Lega potrebbe rispolverare il nome di Roberto Rasia, il direttore delle relazioni esterne della Pellegrini che il primo gennaio ha dato la sua disponibilità a correre da candidato «civico».

Nonostante la diffidenza degli alleati, Rasia ha continuato a lavorare sottotraccia: tante le dirette su Facebook nelle quali ha dialogato con esponenti della Lega e con esponenti della società milanese. Il suo profilo sarebbe quello dell'outsider, esterno agli steccati dei partiti ma con un evidente deficit di notorietà rispetto all'attuale sindaco. Negli ambienti di Fratelli d'Italia, fino a qualche settimana fa, il nome più gettonato era quello di Riccardo Ruggiero: manager, figlio del diplomatico ed ex ministro degli Esteri Renato ma soprattutto ex «capo» di Beppe Sala ai tempi di Telecom.

Tra le file di Forza Italia, invece, qualcuno sponsorizzava la corsa di Maurizio Lupi, ex assessore di Albertini ed ex ministro: un profilo sicuramente popolare, ma con l'incognità di un appoggio della Lega che appare difficile. Il 18 marzo era arrivata pubblicamente anche la disponibilità di massima di Simone Crolla, consigliere delegato della Camera di Commercio americana in Italia: un passato da deputato e una solida rete di conoscenze, Crolla piace soprattutto ai centristi. Più defilata la corsa di Maurizio Dallocchio, professore della Bocconi. Il vero scoglio riguarda i rapporti - oggi tesissimi - tra la Lega e Fratelli d'Italia: il partito di Giorgia Meloni chiede un tavolo di coalizione per decidere tutti nomi in campo nelle città al voto. Salvini, al contrario, aveva invitato gli alleati a convergere subito su Gabriele Albertini, un nome talmente forte che secondo il leader del Carroccio non avrebbe dovuto creare diffidenze e tatticismi.

Lo stesso ex sindaco, probabilmente, si aspettava un appoggio più convinto da parte di tutti: invece, pubblicamente, solo Matteo Salvini si era espresso senza riserve sul suo nome. Una cosa è certa: a questo punto, a meno di 5 mesi dalle urne, la corsa dell'opposizione torna in salita. Qualcuno, tra gli esponenti milanesi della coalizione, ieri paragonava la situazione del centrodestra a una squadra di calcio senza allenatore a pochi giorni dall'avvio del campionato. Mentre Albertini rinuncia alla corsa, un suo ex assessore invece potrebbe candidarsi: Giorgio Goggi, responsabile dei Trasporti, è stato infatti indicato come candidato sindaco dai «Socialisti per Milano», che ufficializzeranno domani l'appoggio all'architetto, per otto anni assessore di Albertini.

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