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Milano, degrado ai Giardini Montanelli: gli immigrati dormono nelle grotte del parco

Matteo Legnani
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Uomini che dormono in tane sottoterra. Come topi. Accade ai Giardini Montanelli, il parco pubblico più centrale della nostra città. Dove, con il ritorno della bella stagione, sono ricomparsi i cartoni che chiudono le aperture degli anfratti nella roccaglia, il conglomerato che simula la roccia e che venne utilizzato a metà Ottocento nel corso dell'ultimo intervento importante sui Giardini ad opera dell'architetto Emilio Alemagna.

 

Alcuni degli anfratti, che si trovano sul lato del parco che confina coi Bastioni di Porta Venezia, sono davvero profondi e ampi. Come quello che ospitava le aquile quando c'era ancora lo zoo, e che oggi è coperto una distesa di cartoni usati a mo' di materassi; un'altro ha addirittura due accessi, uno dei quali a pochi metri dalla statua dell'Italia, dove stanno anche panni (pantaloni, magliette, bluse) stesi ad asciugare al sole dall'inquilino della "tana". Un fenomeno, quello delle "grotte abitate dei Giardini Pubblici", purtroppo tutt' altro che nuovo.

Enrico Pluda, presidente dell'Associazione Agiamo che proprio dei Giardini Montanelli si prende cura, ha segnalato più volte il problema al Comune. «La cosa - spiega - va avanti almeno da quando io ho fondato l'associazione nel 2016. Una soluzione semplice e definitiva sarebbe quella di mettere delle grate, in modo da impedire a queste persone di accedervi. Ma in tutti questi anni, nulla è stato fatto» spiega. «I vigili passano, ma sono sempre in auto e quindi tante delle cose che accadono nei giardini nemmeno le vedono. Ci vorrebbero i ghisa in bicicletta, però da un po' non se ne vede più uno in giro» prosegue Pluda. «Ma, al di là di tutto, io mi rifiuto di credere che sia i vigili, sia il Comune, non siano al corrente della situazione».

Già, tutti sanno, probabilmente. Ma, come ci ha abituato questa amministrazione in tantissime cose, forse preferiscono far finta di niente. Come se permettere che degli esseri umani dormano in vere e proprie tane come animali nel centro della città che si amministra sia una cosa da Paese civile e non, invece, la prova estrema della sciatteria e della ipocrisia della sinistra, che a parole si dice attenta ai problemi dell'immigrazione e poi lascia che della povera gente viva, o dorma, in queste condizioni proprio sotto il suo naso.

 

«Quando governavamo noi - ricorda Riccardo De Corato, oggi consigliere comunale di FdI ed ex vicesindaco e assessore alla Sicurezza con Albertini sindaco - avevamo una camionetta di militari e una pattuglia della polizia locale che facevano la ronda attorno ai Giardini. Oggi non ci sono più e di notte tutta la zona del parco è abbandonata a se stessa». Pluda sottolinea come, nonostante i cancelli dei Giardini vengano chiusi ogni sera, «la recinzione, in alcuni punti è davvero molto bassa e di notte quella sia una zona franca in cui fanno di tutto: prostituzione, spaccio di droga, accampamenti di ogni genere». I Giardini Pubblici furono creati sul finire del Settecento, quando a Milano c'erano ancora gli Asburgo, sull'esempio di quelli esistenti nei centri cittadini nelle grandi capitali europee. Mai, voi, pensereste che a St. James Park, nel cuore di Londra, esseri umani possano dormire in tane sotterranee come topi? Certo che no. Nella "smart city" di Sala, questo accade. E nessuno muove un dito.

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