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Gioielli da sogno nel piatto... Il primo ristorante boutique

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Daniela Mastromattei
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In un giardino incantato e in una location fuori dal tempo Bozart apre a Milano il suo primo "Bozart Club '80". Un mix di moda e cucina che si esprime attraverso una sofisticata filosofia che Maurizio Manca, titolare e direttore artistico, ma soprattutto anima del club di via Carlo Goldoni al numero 24, sintetizza così: «Indossare un abito con i suoi accessori di alta bigiotteria e scegliere un piatto sono due momenti intimamente legati; rappresentano l'espressione di noi stessi, della nostra personalità. E del saper vivere nella bellezza». Un ristorante e una boutique tra piazza Venezia e piazza Tricolore, dove non si assapora soltanto il buon cibo della tradizione milanese, immersi in un'atmosfera lussuosa e allo stesso tempo familiare, tra quadri d'autore, sculture, un'antica libreria, mobili d'epoca e velluti rossi (il tutto ricorda le collezioni di Dolce&Gabbana quando sfila con il meglio dei suoi pezzi d'archivio), ma si possono scegliere anche abiti gioiello in maglia metallica a rete, girocolli, orecchini, bracciali, anelli tempestati di pietre colorate, strass o Swarovski e fili di perle giapponesi. Tutti pezzi stile anni Ottanta. E una volta indossati per il pranzo o la cena si possono anche acquistare.
 

MENU RED CARPET
Ogni menu, che sia classico, "chic bon ton", "romantic gothic" o rock, fino al "red carpet", su cui si sta lavorando in questi giorni - che sarà pronto a metà novembre e si potrà degustare per tutto il periodo delle feste di Natale e fino a dopo Capodanno - ha un proprio abbinamento di gioielli. Ma «sarà svelato solo al momento, in equilibrio con la personalità di chi lo sceglie, perché attraverso un piatto si possono riscoprire nuove e vecchie sensazioni e partecipare al gioco di rimandi e risonanze che riportano indietro nel tempo e fanno scoprire gusto, bellezza e tanto altro», precisa Manca che insieme ad Alessandra Brunero, sua moglie, che segue soprattutto la parte commerciale, rendono Bozart Club '80 un luogo davvero unico.
Certo, d'estate il giardino (arredamento top) offre la possibilità di serate da mille e una notte, ma anche d'inverno il caminetto acceso all'interno offre l'occasione di vivere atmosfere romantiche o in allegria con gli amici.


«Perché proprio gli anni Ottanta? Perché ricordano l'esplosione del Made in Italy, partito dalla nostra Milano e diffuso poi in tutto il mondo. Erano gli anni dell'ottimismo, della fiducia nel futuro, della voglia di vivere e bene. È stato un periodo indimenticabile in netto contrasto con quanto viviamo oggi. Per questo ho provato a ricostruirlo qui», spiega il direttore artistico. Gli Ottanta erano gli anni in cui l'azienda di famiglia di bijoux (Bozart) di Maurizio Manca andava fortissima, con le sue due boutique, una al centro di Roma e una al centro di Milano, frequentate dalle donne dello spettacolo: da Mina testimonial degli orecchini in strass a Pamela Anderson che andava matta per gli abiti gioiello a rete molto sensuali.
 

CLIENTI VIP
Tra le altre clienti affezionate troviamo Stefania Sandrelli, fotografata con gli orecchini pendenti dai colori del mare, Lorella Cuccarini che indossava le collane giganti color oro. A sfoggiare i gioielli di bigiotteria dell'azienda di famiglia Manca anche le attrici del calibro di Nicole Kidmann e altre grandi donne dello spettacolo e della politica, come le mogli dei Presidenti della Repubblica Italiana, una fra tutte la signora Ciampi. E non mancano neanche le principesse: Caroline e Stephanie di Monaco. I gioielli firmati Bozart sono apparsi inoltre in diverse sfilate, anche in quella della Curiel nel 2013. «Il rapporto del nostro marchio con la moda è sempre stato molto stretto. A partire dagli anni '60 Bozart ha iniziato a collaborare con le grandi case dell'Alta Moda romana. Che cercava nuovi strumenti espressivi che potessero completare e sottolineare il percorso creativo delle grandi nascenti sartorie, da Valentino a Balestra a Lancetti», racconta Manca.
 

NELLA MODA
«Negli accessori fashion gli stilisti trovarono un duttile strumento per esprimere la nuova visione della donna che si andava affermando in quegli anni. La fine della guerra e l'inizio di un certo benessere economico negli anni Settanta ha portato alla ribalta una donna ed una società alla ricerca di nuovi canoni estetici, che evolvessero dalla rigidità sociale e stilistica verso una moda ed una società più emancipata e fluida». E oggi? «Oggi solo il 30 per cento delle donne ama il bijoux», rivela il direttore artistico di Bozart Club '80, «ma dopo la pandemia, stiamo finalmente uscendo da un periodo minimalista per ritrovare il piacere di una certa bellezza, più vistosa. Ma anche più divertente».

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