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Beppe Sala e il suo cane: "Io, la famiglia e Whisky nella mia Milano"

Simona Bertuzzi
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 Da oggi Libero vi racconterà i milanesi da un nuovo punto di vista: i loro animali. Cani, gatti persino furetti rientreranno nel nostro dialogo settimanale. Raccoglieremo aneddoti, storie, momenti di vita e legami che sono dei singoli ma accomunano i tanti. Parleremo coi politici. Ma anche con imprenditori, commercianti, stilisti e chiunque si distingua per l’impegno o l’amore per la città. Cominciamo con il sindaco. Perché è il primo cittadino. E perché tante volte parliamo di quello che fa, mai della persona…

Non per dimensione ma per “cognome” è chiaramente il cane più importante di Milano. E guarda gli altri maschietti con pervicace prepotenza al punto da rendere complessa ogni “uscita pubblica”. Otto anni, pelo arruffato, un nome che inevitabilmente gli conferisce un certo aplomb, Whisky si accomoda con sorprendente disinvoltura sulla poltrona di pelle rossa di Palazzo Marino che ospitò il padrone in calzini arcobaleno. Poi sguscia sotto la scrivania e guarda sfilare i mille fascicoli della Milano ambientalista, ciclabili, San Siro, piazzette tattiche. Non che non condivida l’impostazione green (tutt’altro) ma forse passeranno ore prima di uscire da quel delirio e infilarsi in un parco vero.

Sindaco Sala questa non sarà un’intervista politica… dunque si metta comodo. E ci parli di Whisky. Sala sorride. 
«Whisky è un Jack Russell Parson di 8 anni. Ognuno ai propri cani è affezionatissimoeli vede come straordinari ma lui è veramente speciale».

Ha sempre avuto cani?
«Ne ho avuti molti quando vivevo con i miei in Brianza, avevamo una casa con un grande giardino, erano gli anni ’70 e il pastore tedesco era il cane per eccellenza... Ne adottammo parecchi di quella razza. Ci fu anche un alano arlecchino, magnifico e delicatissimo. Un caro amico lo trovò in campagna magro e denutrito, lo prese e lo portò a casa, solo che un alano in appartamento non poteva stare, allora mi disse “prendilo tu se no dobbiamo lasciarlo al canile...”. In quel momento era morto uno dei nostri cani e dunque l’adottammo. Il famoso Al, l’alano. Abbiamo capito subito che l’avevano abbandonato e che era malato e sofferente, la diagnosi fu pancreatite. Io andavo all’università, non ero spesso a casa, ma se penso a quante ne ha fatte mia madre per lui... gli dava persino da mangiare con il biberon. È rimasto con noi un annetto buono poi è morto, era di una dolcezza infinita. Non ho mai visto mia mamma piangere così tanto per qualcuno, soprattutto per un cane, era una donna forte e pragmatica ma quell’alano ci aveva preso il cuore».

Poi che è accaduto?
«Ho cominciato a lavorare e ad andare in giro per il mondo. Era una vita poco stanziale, sarebbe stato impossibile mantenere un animale».

Finché arriva Whisky.
«In realtà è arrivato con la mia compagna Chiara, nel senso che da quando stiamo insieme ha cominciato ad accompagnarci nelle nostre uscite... più spesso da lei, a volte a casa mia. Da un anno abbondante però abitiamo insieme, vivere con lei e i figli è straordinario e mi rende molto felice, è chiaro che nella grande famiglia è compreso anche Whisky».

E adesso è lei il suo padrone?
«Diciamo che i cani hanno la caratteristica di farsi capire sempre. Quando si dice che sono umani penso si intenda proprio questo. E con me c’è grande intesa... Poi, come gli umani, hanno le loro abitudini».

Un momento che condividete?
«Lo metto sempre a cuccia io la sera, ma prima di salutarlo devo stare lì un paio di minuti a fargli le coccole perché se no si rifiuta di dormire».

Gli ha dato un vizio, lo sa?
«Esattamente. Ma è un vizio che lui ricambia quando rientro a casa. A qualunque ora della sera, si precipita all’ingresso e mi fa le feste e questo mi ripaga di tutto.
Che poi è un mistero come facciano a percepire il nostro arrivo o a riconoscere il rumore dei passi...».

È lei che lo porta a passeggio?
«Io ho poco tempo ma lo porto spesso a camminare la sera. Nei weekend invece se andiamo al mare a Zoagli, in Liguria, viene sempre con noi. E lì è un signore, corre e si diverte moltissimo».

Ama il mare?
«Ama l’acqua in un modo incredibile... Una mattina si sveglia, e vedo che cammina con la testa reclinata da una parte, era mogio e si lamentava. Lo portiamo dal veterinario e scopriamo che si era beccato l’otite perché come un bambino aveva fatto un bagno troppo lungo in mare... il medico gli ha dato l’antibiotico e l’ha rimesso in sesto, ma che ansia. Scherziamo molto con la mia compagna, perché lei ha tre figli Elena, Pietro e Camilla, di 20, 17 e 15 anni - ma il quarto è indubbiamente Whisky. C’è solo un problemino...».

Quale?
«Mentre con gli umani diventa di un affettuoso incredibile al punto che se lei venisse domani mattina a casa mia le farebbe un sacco di feste (e io non ho mai visto un cane così), diventa aggressivo con gli altri cani, solitamente quelli più grossi di lui. Appena li vede, abbaia e fa il matto. Io gli dico sempre “guarda che se ti dà una zampata sei finito!” ma lui va avanti imperterrito».

Un problema non indifferente.
«In effetti, questo è un po’ il suo limite. Vedo tanti che portano i cani nei ristoranti o all’aperto, noi sinceramente abbiamo difficoltà a farlo perché se vede un altro maschio impazzisce».

Carattere risoluto.
«Decisamente, ma anche giocoso e festoso. Forse l’aggressività è solo un atteggiamento di difesa, mostra i denti perché è piccolo e il fisico non ce l’ha».

Si dice che i cani assomiglino ai padroni. Whisky le somiglia, aggressività a parte?
«Ebbene sì, ci somigliamo un po’».

Migliore amico e più fedele di un amico. Sono modi dire o lei ci crede?
«Certamente un cane è una presenza fondamentale. Ama senza riserve e alla fine chiede in cambio solo un po’ di affetto».

Ha mai avuto gatti?
«Ho avuto solo un gatto tanti anni fa ma sono più da cani».

E Whisky la aiuta nei momenti difficili?
«Le racconto un aneddoto: due anni fa in una finestra di apparente calma sul covid, era il Natale 2021, Chiara mi dice “dai, portiamo via i ragazzi per un po’”. Decidiamo di andare a Tenerife dove degli amici hanno una casa, è inverno, è Natale, perlomeno ci rilassiamo. Prendiamo i biglietti aerei, organizzo tutto per bene con il mio amico e mi prenoto persino la bicicletta (l’irrinunciabile bicicletta, ndr) salvo che proprio a Natale, nell’ultima trance di dicembre, il covid e i contagi ripartono. Non me la sono più sentita di andare per due motivi: innanzitutto la situazione era preoccupante e volevo essere vicino a casa, seconda cosa ho pensato “figurati, se poi mi becco il covid, devo rimare là a friggere”... diventava un problema enorme. Morale, sono rimasto a casa e tutta la famiglia è partita per Tenerife, così ho preso Whisky e sono andato in Liguria. Siamo stati 4 giorni io e lui, soli e inseparabili, abbiamo fatto il Capodanno insieme e l’ho avuto addosso sempre... a parte tutta la retorica che si fa e si sente, io le dico che avevo bisogno di riposare un po’, ero via ma ero comunque preoccupato per la situazione, i miei erano lontani, se non avessi avuto Whisky con me sarebbe stato terribile, forse non sarei neanche partito, invece con lui mi è passata. Da lì in poi è nato il joker...».

In che senso?
«Dico sempre alla mia famiglia: guardate che se mi fate incazzare prendo Whisky e me ne vado in vacanza che stiamo benone insieme».

Il cane come un figlio?
«Quello no, ma certamente è importante. Bisogna averli per capirlo. Ti senti leggermente ridicolo quando dici certe cose però sono situazioni ed emozioni che nascono nel cuore».

Avete un parco prediletto a Milano?
«Whisky è abituato ad andare ai giardini Montanelli di porta Venezia poi si cammina un po’ intorno a casa».

A Palazzo Marino ci viene?
«Ogni tanto lo porto. Ovviamente tutti i miei assistenti sono pazzi di lui, si mette sotto la mia scrivania e c’è sempre qualcuno che arriva e lo porta fuori».

Utile e benefico un cane al lavoro?
«Secondo me sì. Se si può portare, perché no? La vicesindaca ha spesso con lei il suo cane».

Cosa pensa dei padroni maleducati?
«È veramente incredibile che ci sia qualcuno a Milano che ancora non raccoglie le deiezioni, se hai un cane lo sai che devi farlo. Che ti costa poi... io lo porto a spasso la sera con il mio sacchettino e ho due cestini a disposizione, all’inizio della via e alla fine. Un richiamo serio va fatto perché c’è ancora molta maleducazione, meno di una volta ma c’è».

Ma ci sono ancora le multe?
«Ufficialmente ci sono. In realtà vengono fatte poco e sono molto rare. Alla fine come fai: porti giù il cane la sera e devi trovare il vigile che per caso passa e ti vede proprio in quel momento».

Whisky viene in bici con lei?
«Ma no perché noi quando andiamo facciamo cento chilometri almeno, sarebbe troppo per lui».

Domanda d’obbligo allora. Preferisce la bici o portare a spasso il cane?
«Ovviamente sono cose diversissime, la bici è una passione che condivido con gli amici, andare a spasso con Whisky è una cosa più intima».

È amicizia vera.
«I nostri ricordi belli sono molto associati alle vacanze. Buffissimo il momento della partenza. Quando stiamo per partire cominciamo a mettere le borse vicino all’ingresso. Siamo in tanti e quindi sono molto visibili. Lui si sdraia davanti alla porta perché ha paura che lo lasciamo a casa. E anche se lo chiami non si muove. Sta lì immobile».

In montagna invece?
«Ecco, in montagna a Celerina è sempre con noi. Una volta stavamo passeggiando, lo portavo al guinzaglio dove andava tenuto, poi finalmente arriviamo in un sentiero tranquillo e lo libero. Avevamo la costa della montagna a sinistra ripidissima e sento un fischio, anche Whisky lo sente. Trenta metri sopra di noi si materializza una marmotta. Whisky corre come un pazzo verso la marmotta che ovviamente quando il cane è vicino entra nel suo buco per poi spuntare da un’altra tana dopo 15 secondi a 15 metri di distanza. Whisky impazzisce e corre di qua e di là per acciuffarla, è chiaro che la marmotta lo sta prendendo in giro di brutto. Io da giù lo chiamo e lo chiamo ancora, guardando con una certa apprensione quella salita ripidissima, lui manco mi considerava finché si stufa di questo avanti e indietro e si infila dentro una tana. Purtroppo rimane letteralmente incastrato, con metà corpo infilato nella montagna. Ho dovuto arrampicarmi e tirarlo fuori prendendolo per la coda, sporco di terra in una maniera bestiale. Sono quei ricordi infilati nei cassetti della nostra memoria che ci piace rammentare con Chiara e ogni volta ci fanno sorridere». 

Lei lo vizia sindaco. 
«Lo vizio certo, e lo faccio giocare. Chiaramente quando i ragazzi erano più piccoli ci giocavano di più loro. Magari litigavano e se Pietro con la sorellina faceva il maschio e si menava, Whisky immediatamente saltava in mezzo per difendere Camilla, era letteralmente protagonista delle loro vite». 

Parla spesso dei suoi ragazzi e con tenerezza. Com’è con loro, permissivo o autoritario? 
«I due genitori sono molto presenti, per cui devo innanzitutto rispettare i loro ruoli. Detto ciò cerco di essere molto amorevole e, lo ammetto, tendo ad essere permissivo». 

Un cane porta voti sindaco? 
«Molti lo pensano. Secondo me non è il cane specificamente, piuttosto credo che se in un politico vengono fuori delle doti di umanità, se in generale ti percepiscono come normale e umano, forse è un bene. Può darsi che la mia figura di sindaco che va in bici, ha il cane ed è un uomo normale possa piacere». 

Milano città per cani?
«Secondo me sì. Abbiamo fatto tante cose e vediamo che i tassi di adozione nei nostri canili sono buoni. La gente spesso si conosce grazie al cane, capita anche me quando scendo la sera, se ho Whisky mi fermano più volentieri». 

Ma le aree cani funzionano secondo lei? 
«Penso di sì, sono però consapevole che alcune vanno tenute un po’ meglio (ci stiamo lavorando)». 

La immagina una vita senza animali? 
«Non senza Whisky. Ogni tanto ci rifletto, ha otto anni e insomma il tempo passa... Poi scaccio l’idea perché sarebbe un disastro».

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