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Milano, la pista ciclabile ferma l'ambulanza: scoppia il caso

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Andrea Fatibene
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Per fortuna non c’è scappato il morto. Ma tanta paura sì. Ieri pomeriggio un uomo ha avuto un malore mentre passeggiava sul marciapiede di corso Buenos Aires, all’altezza di via Scarlatti, restando per più di 20 minuti in preda alle convulsioni, tra la folla a passeggio per le vetrine dei negozi addobbati a festa. I soccorsi sono stati chiamati immediatamente e altrettanto tempestiva è stata l’ambulanza nell’uscire per prestare soccorso. Peccato che, una volta imboccato corso Buenos Aires il mezzo, partito da piazzale Loreto, sia rimasto imbottigliato nel traffico. Impossibile per le automobili farsi da parte come solitamente i cittadini diligenti si premurano di fare in queste situazioni delicate. I passanti rimasti vicino all’uomo, in attesa dei soccorsi, hanno dovuto assistere per più di cinque minuti al suono delle sirene, con i mezzi immobili poche centinaia di metri più in là, con l’angoscia e l’allarme di una vita che, per quanto ne può sapere un passante sgomento, sarebbe potuta sfumare in qualsiasi momento davanti ai propri occhi. Faticoso anche l’intervento di una pattuglia di Polizia locale già nei paraggi che ha cercato di creare un varco per l’ambulanza tra le macchine incolonnate.

Ma il cordolo della ciclabile ha complicato non poco le operazioni. Impossibile trovare anche solo un varco per accostare o portare due ruote sull’alto gradino. Ma quando l’ambulanza raggiunge finalmente il luogo di soccorso, il tran -tran ricomincia perché il pover uomo - a questo punto non solo più vittima della sua salute - ha bisogno del soccorso di un medico prima di essere trasferito in ospedale. Ed eccoci quindi nuovamente con un altro mezzo, questa volta in arrivo da piazza Oberdan, che non può prestare soccorso prima di altri 20 minuti perché ugualmente bloccato nel traffico dell’arteria. «Fortunatamente è successo all’ora di pranzo, momento in cui il traffico non era eccessivo. Fossero state le 16 di un sabato sotto Natale, probabilmente staremmo parlando di un cadavere», spiega Gabriel Meghnagi, presidente Associazione di via AscoBaires e vicepresidente di Unione Confcommercio, che in quel momento stava facendo un giro tra i commercianti.

 

Ma questo pericolo era nell’aria da tempo e tra quelli che vivono quotidianamente l’importante via dello shopping milanese già si respira preoccupazione. «Noi non ce l’abbiamo con le ciclabili, ma non possiamo prestare soccorso con i droni. In questa via ci sono 260 esercizi commerciali e più di 5.000 lavoratori, senza contare le migliaia di persone che ogni giorno ci passano: è preoccupante pensare che i soccorsi possano avere tali problemi logistici», continua Meghnagi, «Quando questa ciclabile è stata istituita noi avevamo chiesto più posti per disabili vicino alle farmacie e l’assessore Censi ci ha risposto “che prendano la metropolitana”. Difficile ragionare così».

 

 

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