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Milano, assalto degli anarchici? I nomi dei politici rossi in piazza

Andrea Muzzolon
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I soliti compagni. Ieri sera un gruppo di anarchici e centri sociali ha attaccato la polizia perché, poverini, gli impediva di raggiungere il corteo organizzato dalla Lega per chiedere più sicurezza nel quartiere di via Padova. Calci, sputi e aste delle bandiere usate per colpire gli agenti. Violenza che ormai è diventata la normalità. E qualcuno, sull’onda alta di quanto successo a Pisa, ha cercato di cavalcare la situazione. In piazza, accanto ai centri sociali, c’erano alcuni esponenti della sinistra milanese. Pronti, cellulari alla mano, a immortalare la polizia difendersi dai manifestanti. Ribaltando, ovviamente, il tutto perché si sà... L’Italia guidata da Giorgia Meloni deve sembrare uno Stato in cui viene represso il dissenso. Insomma, solite cose: fascisti, manganelli e simili.

In prima linea a supportare i centri sociali c’era il capogruppo di Europa Verde a Palazzo Marino, Tommaso Gorini. E via, subito a giustificare la qualunque: “Io ero lì, insieme a Onorio Rosati e Carlo Monguzzi, ed era una situazione che non sembrava dare adito a nessun allarme. Non eravamo neanche un centinaio di persone, fra attivisti e abitanti del quartiere, quindi non era assolutamente una situazione in cui si potesse prevedere qualche degenerazione” ha detto poco dopo la manifestazione a Fanpage. “Dopo esserci trovati, ci siamo messi in presidio dove la strada era bloccata dalla Polizia e, a un certo punto, è partita la prima carica e dopo qualche minuto ce n'è stata un'altra. Eravamo in pochi ed era impossibile pensare che volessimo forzare il cordone di agenti”.

 

 

Versione in parte smentita dal compagno di partito Carlo Monguzzi, anche lui presente al corteo: “Eravamo in tanti ieri alla manifestazione per la coesistenza, applauditi dalle persone ai balconi e dai commercianti. Il minuto che c'è stato poi di manganelli è sempre da evitare, come ci ha ben spiegato il presidente Mattarella”. Insomma, né i numeri Né la dinamica tornano.

Eppure, vedendo i ragazzi con cappucci e volti coperti, tutto sembrava tranne che un presidio pacifico. Sui social, alcuni movimenti di sinistra si erano dati appuntamento per impedire gli incontri promossi dalla Lega. “Via Padova è un quartiere con una storia e una vocazione da sempre antifascista e antirazzista. Respingiamo con forza ogni tentativo di strumentalizzazione politica da parte di chi, come la Sardone, prova a farsi campagna elettorale sulla pelle degli abitanti del quartiere”. Subito dopo la fiaccolata per chiedere più sicurezza in via Padova, era infatti prevista la presentazione del nuovo libro di Silvia Sardone “Mai sottomessi”.

 

 

L’eurodeputata leghista ha subito espresso solidarietà alle forze dell’ordine che si sono spese per impedire ai centri sociali di raggiungere il presidio. “L'assalto degli antagonisti di numerosi centri sociali alle forze dell'ordine in Via Padova ieri sera rappresenta un fatto gravissimo. Esprimo vicinanza agli agenti feriti che sono intervenuti per bloccare i numerosi tentativi di sfondamento. Inaccettabile quanto successo e la connivenza sempre più esplicita tra centri sociali ed esponenti della sinistra”.
 

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