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Pd, sfregio alla polizia: si scatena il caos in Aula

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Fabio Rubini
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La lotta al fascismo non porta voti alla sinistra e allora sotto con la strategia della tensione che il governo di centrodestra - anzi di “destra” - starebbe fomentando attraverso le forze dell’ordine con «atteggiamenti robusti» e con un approccio alle manifestazioni «che è cambiato perché ci sono indicazioni politiche in questa direzione». Parola di Onorio Rosati, il consigliere regionale di Verdi e Sinistra italiana presente- con due consiglieri comunali di sinistra - alla manifestazione che ha poi portato ai disordini di via Padova. E parola di quasi tutta l’opposizione in Consiglio regionale.
Riavvolgiamo il nastro. La Lega ha presentato al Pirellone una mozione di solidarietà alle forze dell’ordine. Primo firmatario Davide Caparini. 

Il documento prende le mosse dalla tentata aggressione avvenuta in via Padova dovela Lega aveva organizzato una fiaccolata per la sicurezza del quartiere che si concludeva con la presentazione del libro Mai sottomessi dell’europarlamentare Silvia Sardone. Una manifestazione interrotta a metà per evitare scontri con la contromanifestazione guidata dai centri sociali che al grido di «Fuori la Lega da via Padova», è entrata in rotta di collisione con i poliziotti, due dei quali sono finiti al Pronto Soccorso. Il documento, poi, ricordava anche i più recenti scontri di Pisa, Napoli e Torino e si concludeva con una manifestazione di solidarietà alle forze dell’ordine, sempre più spesso bersaglio dei facinorosi.

SCONTRO VIBRATO
Una discussione che fin da subito si è presentata come tosta. Caparini ha iniziato il suo intervento ricordando, uno per uno, tutti gli insulti rivolti ai poliziotti. «Ad oggi ha spiegato - non c’è stata nessuna manifestazione di solidarietà né ai manifestanti pacifici, né all’europarlamentare Sardone, né tantomeno ai due poliziotti che sono rimasti feriti, da parte della sinistra. Questo è inaccettabile ed è chiara la volontà di alzare i toni». Poi l’attacco al Pd che «di democratico non ha nulla e se non la pensi come loro non puoi esprimere liberamente il tuo pensiero».

Parole che non sono piaciute alla sinistra, che fin da subito si è scaldata dai banchi dell’opposizione. Il primo a parlare è stato Rosati, di cui abbiamo già detto. Poi è toccato al civico Palladini che ha spiegato di come sia «incredibile chiedere la solidarietà per i fatti di Pisa», poi ha ricordato «gli scontri di Bergamo e Pieve Emanuele» e ha chiesto «il codice identificativo per gli agenti». Fino a questo punto il clima in aula era sotto controllo. Ad agitare gli animi ci ha pensato il grillino Nicola Di Marco, che al termine di un discorso non memorabile, ha deciso di occupare la sedia del presidente Fontana «per disobbedienza civile». Passati pochi minuti- e uno scontro verbale con l’assessore Romano La Russa - Di Marco è stato allontanato dall’Aula. Sipario. L’altro psicodramma di giornata si è vissuto con gli ex morattiani del Patto Civico, che si è spaccato in due: Luca Ferrazzi ha votato contro, mentre Martina Sassoli ha votato a favore.

Atteso anche l’intervento del Pd, che si è affidato al giovane Paolo Romano che ha definito «surreale» il dibattito e attaccato a testa bassa le forze dell’ordine che «a Pisa hanno pestato senza motivo e spaccato la testa a chi era armato solo di zainetto», oggetto che il nostro ha sventolato in aula quale “arma” del delitto. Romano nel suo intervento ha usato parole forti.

Così a Napoli la polizia ha «massacrato» gli studenti che attaccavano uno striscione e a Torino hanno «picchiato» gli universitari. Conclusione ovvia: «Il vostro governo sta andando oltre». Poi ha raccontato di essere stato identificato al termine di una manifestazione a Milano e raccontato di una mamma che ha paura di spiegare al figlio che se vede una divisa deve starle lontano. Conclusione bis: «Voi siete lo stato della repressione».

Dall’altra parte dell’aula il centrodestra si è dimostrato compatto nel difendere non solo la mozione, ma anche l’onore delle forze dell’ordine. Per il forzista Sergio Gaddi «il problema non è il diritto a contromanifestare, ma il modo in cui lo si fa». Un concetto ribadito dagli altri esponenti del centrodestra. Mentre il capogruppo azzurro Fabrizio Figini ha spiegato a Romano che «delle divise, se non si fa nulla di male, non bisogna mai avere paura. Questo mi hanno insegnato i miei genitori».

TUTTI ALLINEATI
Prima del voto finale spazio anche per un altro siparietto tra Romano La Russa che ha ricordato le «spranghe dei vostri padri e dei vostri nonni», rivolgendosi alla sinistra e provocando la reazione di Rosati che è arrivato fino al banco della giunta per far valere le proprie ragioni.

Carmela Rozza (Pd) ha tentato la carta del voto segreto, ma la maggioranza è stata compatta e alla fine la mozione è stata approvata con 43 voti a favore, 26 contrari e nessun astenuto. A mozione approvata è amaro il commento di Caparini: «La sinistra sta sempre dalla parte sbagliata. Le forze dell’ordine fanno il loro dovere e noi saremo sempre al loro fianco».

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