Quel pm che dovrebbe dimettersi
A Palermo c' è un pm minacciato non si sa da chi (sicuramente non da quel vecchio rincoglionito che è Totò Riina) che è sostenuto dalla peggiore antimafia piazzaiola e che va raccogliendo un insuccesso via l' altro, soprattutto dopo l' ennesima sentenza che ha mandato all' aria la cervellotica tesi della «trattativa» fatta non si sa da chi e non si sa con chi. Questo pm oltretutto è corresponsabile del credito concesso per 15 anni a Vincenzo Scarantino, falso pentito che dapprima fece condannare all' ergastolo svariati innocenti nella sequela di processi per la strage di via D' Amelio, dibattimenti che si rivelarono il più spaventoso fallimento della storia giudiziaria siciliana. Questo pm non credette alla ritrattazione del falso pentito e tantomeno ai dubbi di Ilda Boccassini e di svariati giornalisti non allineati con la procura, al punto che un collega come Enrico Deaglio - ben prima di Calogero Mannino - invitò il Csm ad occuparsi proprio di questo pm, che si chiama Nino Di Matteo. Ora accade - ieri - che questo Di Matteo, a proposito dei processi di via D' Amelio che incarcerarono innocenti e fecero perdere 15 anni al Paese, abbia osato dire di essere «fiero di aver contribuito ad accertare la responsabilità di venti soggetti condannati per la strage», e che «da quel lavoro sono venuti spunti per ritenere che la strage non sia solo di mafia». Fiero di innocenti in carcere, di un contributo fantomatico, di altro fumo. Dottor Di Matteo, si dimetta.