Mario Giordano: "Occhio, i complici dei terroristi sono proprio di fianco a voi"
Pubblichiamo la lettera di un lettore di Libero e la risposta di Mario Giordano. Caro Giordano, quando va in televisione deve dire chiaro e forte di far tesoro degli errori altrui: in Francia i poliziotti islamici si sono rifiutati di proteggere la sinagoga! In Gran Bretagna e Germania i quartieri islamici sono controllati da pattuglie che impongono la legge islamica a tutti e minacciano i cristiani. Quando si incontrano in tv imam che con una faccia di bronzo descrivono l'Islam come una religione di pace e tolleranza, deve avere pronti sottomano i numeri delle shure che invece incitano i fedeli di Allah a aggredire e uccidere gli infedeli; La prego, non si lasci incantare dai loro bizantinismi. Quando essi parlano di perfetta compatibilità del buon musulmano con il buon cittadino, si deve reagire accusando l'interlocutore di menzogna e di attuare la “taqia” o arte dell'inganno e della dissimulazione, secondo l'esempio del profeta Maometto. Su Libero bisogna fare propaganda continua, senza paura, contro la minaccia dell'Islam alla nostra civiltà. Bisogna andare giù pesante con lezioni di Corano a puntate, con relativi commenti delle shure incriminate. Se siamo in guerra, si risponde con i sistemi della guerra… Perdoni la chiacchierata prolissa: con qualcuno sensibile all'argomento dovevo “parlare”… Paolo Piattoni - via mail Mi perdoni lei: ho dovuto tagliare selvaggiamente la sua lettera, altrimenti non sarebbe bastata questa doppia pagina per contenerla tutta. Ovviamente, caro Mondini, sa che qui non ci tiriamo indietro di fronte a nessuna guerra, tanto meno alla guerra di civiltà che ci è stata dichiarata nostro malgrado. Siamo in prima linea (qualcuno dice fin troppo) e pronti a combattere innanzitutto con le nostre armi migliori, le parole e le idee. Del resto se non si capisce che quello che ci attacca è “terrorismo islamico”, se cioè si cancella la parola “islam” dai titoli di giornale e si cerca di far passare gli attentatori come dei semplici “criminali” generici, non si ha nessuna possibilità di vittoria. Nessun nemico può essere sconfitto se prima non lo si conosce. E dunque chi offusca la verità, in nome del buonismo o della tolleranza, diventa immediatamente complice degli assassini. Per quanto riguarda gli imam, poi, mi creda: basta farli parlare. Possono dissimulare fin che vogliono, ma alla fine dimostrano ciò che sono davvero: l'ha sentito quello di Catania? O Pallavicini di Milano? Li ha sentiti dire che in fondo le stragi ce le siamo andate a cercare? Li ha sentiti mentre avanzano l'odioso ricatto (“noi non piangiamo i morti di Bruxelles se prima voi non piangete i morti in Siria”)? C'è bisogno di aggiungere altro?