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Matteo Salvini, scenario inquietante. Paolo Becchi: "Ha tre strade, così può finire all'opposizione"

Giulio Bucchi
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Le elezioni europee hanno premiato la Lega e punito il M5S, recenti casi come quello di "Sea Watch 3" contribuiscono a far sì che il consenso intorno alla Lega continui a crescere di giorno in giorno. Certo, Salvini, il "truce", ha giornaloni, intellettuali "organici" e Tv contro, ma il popolo da Nord a Sud è con lui. Spetta ora a lui sciogliere un nodo: quello della continuazione o meno di questo governo. Andiamo per gradi. Un anno di esecutivo giallo-verde si è concluso, e del "contratto di governo" si sono realizzati sostanzialmente cinque aspetti: quota 100, legittima difesa e lotta all' immigrazione clandestina per la Lega, decreto dignità e reddito di cittadinanza per il M5S. Le valutazioni complessive possono essere diverse, ma non si può dire che entrambi i partiti non abbiano agito nell' interesse degli italiani. Dopo governi che da Monti in poi hanno fatto solo gli interessi di Bruxelles sulla pelle degli italiani, non è comunque poco. Tuttavia da marzo in avanti, cioè da quando è iniziata la campagna elettorale per le europee, il governo ha perso la forza propulsiva che aveva avuto nei primi tempi, ed è da tre mesi che tira a campare. C' è chi campa benissimo e chi campa malissimo, ma tutti tirano a campare. Così - va detto con franchezza - non può andare avanti. Analizziamo diverse ipotesi.  Leggi anche: "Possibile che Mattarella non sapesse?". Caos-toghe, il terrificante dubbio di Becchi Si va avanti - Prima ipotesi: il governo continua. Se Salvini e Di Maio intendono continuare a governare per i prossimi quattro anni devono ritrovare l' affiatamento che avevano all' inizio. Il governo si regge sulla loro volontà e Conte ha cominciato a prendersi un suo spazio quando l' amicizia dei due leader ha cominciato a incrinarsi, ma il governo è giunto al capolinea se non viene ristabilita l' intesa tra Salvini e Di Maio. Potrebbero ripartire dal "contratto di governo" e ripensarlo. Sul rapporto con l' Europa è stato fatto ben poco di quello che c' è scritto, tant' è che il "ricorso al deficit" è avvenuto in cambio di clausole di salvaguardia capestro e l' intenzione di voler mutare rotta alla governance europea è rimasta sinora solo un' intenzione. Come che sia, andare avanti significa avviare una "fase due" e implementare il contratto con un idoneo piano industriale, di investimenti pubblici e di infrastrutture. A partire dalla soluzione di problemi molto concreti, mentre si vedono purtroppo solo lacerazioni: Autostrade, Alitalia, Acciaio. Occorre, inoltre, una visione politica d' insieme a medio-lungo termine, come, ad esempio, una riforma della Costituzione non per ridurre il numero dei parlamentari (cosa su cui il contratto andrebbe ridiscusso), ma semmai per ristabilire la "prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario", cosa peraltro che nel contratto c' è già, ma che al momento è rimasta lettera morta. Il salario minimo e la riforma della giustizia di cui si parla in questi giorni sono certamente provvedimenti importanti, ma pensare di realizzare il salario minimo mantenendo l' euro è una pia illusione e sulla riforma della giustizia le idee sembrano piuttosto diverse. L' obiettivo immediato del governo con la prossima legge di bilancio dovrebbe essere: ridurre le tasse, introdurre i minibot e aumentare le spese. Per fare ripartire l' Italia questa è la strada. E la procedura di infrazione? Non ci crede più nessuno a questa minaccia. Si va alle urne - Seconda ipotesi: elezioni anticipate. Il caso "Sea Watch 3" ha portato alla Lega qualche punto percentuale in più rispetto al risultato delle europee, ma che senso ha un così grande consenso se non lo si capitalizza nelle urne in breve tempo? Si ha quasi l' impressione che Salvini stia navigando a vista per vedere cosa accade nell' arco di un mesetto. Diversamente non si spiegherebbe perché, forte del 34% ottenuto a fine maggio, non chieda a Di Maio se non un rimpasto di governo - che sarebbe necessario considerato l' operato disastroso di alcuni ministri, ma che saprebbe tanto di prima Repubblica - di riempire almeno le due caselle del governo che gli spettano, cioè gli affari europei e l' economia. Via XX Settembre è occupata da Giovanni Tria, ma Salvini lo potrebbe sostituire con un nome di sua fiducia. In fin dei conti, stando agli accordi iniziali tra Lega e 5Stelle, economia e politiche comunitarie spettavano a Salvini. Di Maio non avrebbe certo nulla in contrario. Eppure al momento Salvini non sta avanzando in concreto nessuna richiesta in merito. Non rivendica neppure il Ministero che per pochi mesi è stato occupato da Paolo Savona. E allora viene il dubbio: vi è una ferma intenzione da parte di Salvini di andare avanti con questo governo? Il limite temporale ragionevole per lo scioglimento anticipato delle camere è quello del 20-25 luglio, con elezioni a fine settembre/inizi di ottobre. Governo entro un mese e trattative serrate con Bruxelles fino a dicembre, quindi legge di bilancio entro fine anno. La tabella di marcia è questa, con un Salvini vincente e spedito verso Palazzo Chigi. Le elezioni sono sempre un rischio, ma sull' onda del successo europeo Salvini da solo potrebbe anche sfiorare il 40% (sufficiente per vincere con l' attuale legge elettorale) e se non ce la facesse ci sarebbe sempre la possibilità di un' alleanza postelezioni con la Meloni. Chi sogna la rinascita del centro-destra non si rende conto che per Salvini quella esperienza a livello nazionale appartiene al passato: la Lega nazionale alle prossime elezioni correrà da sola. Nuova maggioranza - Terza ipotesi: mai fare i conti senza l' oste. Non è detto però che si torni a votare nel caso di una caduta dell' attuale governo. M5S e Pd, spinti dalla necessità di sopravvivere e con il sostegno di Mattarella, potrebbero inventarsi una qualsiasi formula di governo pur di non tornare al voto. Tecnico e/o politico che sia. Ad oggi non converrebbe né a Di Maio né a Zingaretti andare alla prova elettorale: i 5Stelle perderebbero quasi la metà di deputati e senatori, e anche il Pd potrebbe prendere una batosta memorabile. Salvini dunque si ritroverebbe all' opposizione e stare all' opposizione per pochi mesi lo farebbe ulteriormente crescere nei consensi, ma il governo potrebbe anche durare nel tempo, per paura da parte di M5S e Pd di essere travolti dalle urne. Insomma, Salvini deve fare bene i conti, anche perché nel gennaio 2022 il Parlamento dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Se resta in piedi un governo M5S-Lega, oppure se di tornasse a votare, avremmo un Presidente più o meno "sovranista". Se invece mutasse maggioranza di governo in questa legislatura, M5S e Pd manderebbero al Quirinale quello che nell' euro ci ha addirittura portati: Romano Prodi. Forse in pochi lo ricorderanno, ma alle elezioni per il Presidente della Repubblica del 2013 Romano Prodi fu il candidato di bandiera del Pd dopo la terza votazione, e si classificò nelle prime posizioni alle votazioni in rete tra gli iscritti pentastellati. Che fare dunque? Non è facile sciogliere questo nodo, ci si può provare, ma a volte è proprio impossibile sciogliere certi nodi, e allora non resta che tagliarlo in modo netto, rapido e deciso. È il nodo di Gordio. E tocca a Salvini tagliarlo. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

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